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13 Febbraio, 2022

10 anni della nostra storia, dalle origini a oggi

10 anni di attività a favore di una migliore cultura dell'Adozione e dell'Affido
ItaliaAdozioni
insieme a favore di una migliore cultura dell'Adozione e dell'Affido

Il 16 febbraio del 2012, esattamente dieci anni fa, un gruppo eterogeneo di sette persone si riuniva da un notaio per costituire l’associazione di promozione sociale ItaliaAdozioni. Nessun significato simbolico dietro la data scelta (“l’unica in cui eravamo tutti liberi” racconta Ivana Lazzarini, la presidente), solo l’esigenza irrimandabile di trovare soluzioni concrete ai problemi quotidiani che le famiglie adottive incontravano sul loro percorso.

Non si conoscevano nemmeno bene tutti, Gabriele Cappelletti, Francesca Carioni, Mariangela Corrias, Ivana Lazzarini, Maurizio Mazzoni, Monica Ravasi e Paola Sgaramella. Background diversi, situazioni di vita e familiari le più svariate, si erano incontrati con una specie di passaparola, in cui uno conosce l’altro che è amico dell’altro ancora, o erano entrati in contatto per competenze (come Francesca, neolaureata in Scienze della formazione primaria con una tesi sull’adozione) o per necessità professionali (come Paola, pediatra al San Raffaele di Milano). Li univa l’emozione per il senso di qualcosa di grande che stavano compiendo e l’entusiasmo per il primo passo di un percorso che si auguravano li avrebbe portati lontano.

A distanza di un decennio sono una cinquantina i volontari che collaborano, in base alla loro disponibilità di tempo e mettendo a disposizione le loro professionalità. C’è la commercialista, che assicura il rispetto delle stringenti normative fiscali e la trasparenza del bilancio (i conti devono sempre essere in ordine, ne va della reputazione dell’associazione), l’avvocatessa (anche un’attività come per esempio un concorso deve essere organizzata nel rispetto delle norme), lo staff che si occupa della comunicazione, quello che segue la riorganizzazione interna, chi ha competenze educative, chi fa fundraising.  Senza dimenticare le signore dalle mani d’oro, capitanate dalla novantaduenne Stefana Soldati, che realizzano prodotti di sartoria per autofinanziare l’associazione grazie alle donazioni (tra le sfide da affrontare non ultima è il reperimento fondi). Alla guida è il direttivo composto da Ivana Lazzarini presidente, Francesca Carioni vicepresidente, Roberta Cellore segretaria.

Necessità di trovare soluzioni originali a problemi comuni

Ma torniamo indietro nel tempo, al periodo precedente al febbraio 2012, quando alcuni genitori adottivi, alle prese con le situazioni che sono di routine per chi ha figli in età pediatrica e scolare, si accorgono di aver bisogno di una marcia in più per gestirle, perché gli interlocutori spesso, anche se non per colpa loro, sono privi degli strumenti per essere all’altezza delle sfide.  Dal pediatra che vorrebbe fare l’anamnesi familiare per conoscere eventuali malattie ereditarie del bambino che viene dall’altra parte del mondo e ha la famiglia di origine irreperibile, alla maestra che chiede ai piccoli alunni di guardare alla storia dei nonni e dei genitori per dare loro il senso degli avvenimenti che si avvicendano. Situazioni che sembrano banali solo a chi non è direttamente coinvolto o particolarmente consapevole.  Ma che necessitano di essere affrontate in maniera nuova, come ben si comprende dalle parole della pediatra Paola, che nel suo lavoro incontra anche bambini nati nell’Europa dell’est del dopo Chernobyl, con problemi di crescita dovuti al malfunzionamento, se non addirittura all’assenza, della tiroide, spesso non diagnosticata, e trattati quindi dai pediatri di famiglia in maniera non adeguata.

La vocazione di ItaliaAdozioni: creare consapevolezza e fare formazione

La necessità di dare una formazione il più possibile completa e adeguata alle varie categorie di operatori convolti nella crescita e nell’educazione di questi bambini, di creare in loro la consapevolezza delle problematiche specifiche e di dotarli degli strumenti per affrontarle e risolverle, è la motivazione alla base della nascita di ItaliaAdozioni. Educazione degli insegnanti ad accogliere i bambini adottati con una didattica che tenga conto delle loro diverse origini, informazione e formazione degli operatori socio-sanitari (in particolare i medici pediatri e gli addetti dei consultori) per portare l’adozione al di fuori del mondo in cui è normalmente confinata, quello delle famiglie, spesse lasciate sole con i loro problemi.

Per la scuola da ormai sette anni è bandito il concorso l’”Adozione sui banchi di scuola”, che si rivolge agli istituti di ogni ordine e grado, compresa la scuola dell’infanzia, con prove di diverse difficoltà, dalla realizzazione di un semplice disegno a quella di un cortometraggio o uno spot sul tema per gli studenti delle superiori. L’associazione fornisce anche materiali didattici alternativi ai docenti che desiderano proporre attività rispettose delle peculiarità dei percorsi di vita di ciascun bambino. L’intento è sia di coinvolgere gli insegnanti e i compagni dei ragazzi adottati per rapportarsi meglio con loro, sia di far conoscere i vari aspetti dell’argomento a chi non ha ancora avuto l’occasione diretta di confrontarcisi ma che, magari in futuro, sarà chiamato in gioco dall’entrata in classe di un alunno adottato, o dall’incontro con un compagno di giochi il cui colore della pelle o il taglio degli occhi rimandano ad origini lontane pur se i genitori sono italiani.

In sette anni il concorso ha interessato diecimila studenti e cinquecento docenti, sottolineando i concetti dell’accoglienza, dell’inclusività e della diversità, valori fondanti la società, anche al di là della tematica dell’adozione. Il lavoro di formazione ed educazione che l’associazione sta portando avanti crea benefici che si estendono non solo alle famiglie adottive, ma anche alle famiglie immigrate, o alle famiglie che si confrontano con la disabilità. Il processo di adattamento necessario all’accoglienza di una persona con radici e caratteristiche diverse si traduce in un ampliamento delle proprie competenze lavorative e delle proprie capacità relazionali. Uno sforzo che è richiesto ai pediatri, che alla formazione tradizionale devono affiancare approfondimenti nelle patologie di cui possono essere portatori bambini che arrivano da aree più arretrate del mondo. Come la sindrome feto-alcolica, altrettanto frequente che le patologie tiroidee nei piccoli dell’Europa orientale figli di madri etiliste, e che comporta tutta una serie di problemi fisici e comportamentali necessitanti terapie specifiche. Talvolta invece il medico  deve confrontarsi con curve di crescita anche molto diverse a seconda della provenienza geografica del bimbo, secondo le indicazioni introdotte dal Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Migrante della Società Italiana di Pediatria (GLNBM), che ha una apposita sezione per il bambino adottato.

La collaborazione delle università, il teatro, l’editoria

Collaborano alla formazione prestigiose istituzioni come lo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano, presso cui si sono laureate Silvia Mariani e Alice Fenoglio, che hanno realizzato come tesi il cortometraggio L’importante è non perdere se stessi: un viaggio nell’adozione visto dai protagonisti, un ragazzo e una ragazza loro coetanei, adottati all’estero da famiglie italiane e alla ricerca delle loro radici.

La ricerca su scala nazionale ICONA (Italy and Current Opinion on Adoption), promossa dall’associazione per conoscere che cosa pensano gli italiani dell’adozione, ha invece coinvolto, grazie alla collaborazione di alcuni docenti, ben sette atenei: l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Università degli Studi di Pavia, l’Università di Verona, l’Università di Bologna,  l’Università di Urbino, l’Università degli Studi della Tuscia e l’Università di Palermo.

Nel 2014 ItaliaAdozioni ha introdotto il teatro come mezzo di divulgazione del proprio messaggio proponendo spettacoli teatrali per adulti e bambini, come occasioni per avvicinare all’adozione i neofiti.

Dalla collaborazione con il Festival delle Lettere (organizzazione che bandisce ogni anno un concorso per la migliore lettera scritta a mano) è nato lo spettacolo “La lavatrice del cuore”, tratto dalla lettera vincitrice nel 2014, rappresentato a Milano quello stesso anno, a Roma l’anno seguente e poi anche in altre località italiane. Interpretato da Maria Amelia Monti e del marito Edoardo Erba (autore del testo), ripercorre con ironia e arguzia le vicissitudini della loro coppia per poter adottare.

La proposta seguente, presentata nell’ambito del progetto l’alfabeto dell’Adozione in collaborazione con il Teatro Sguardo Oltre e la regia di Sofia Pelczer, è la lettura scenica “Figli dell’anima”, spettacolo in cui musica e recitato si intrecciano nel crescendo di emozioni vissute da una madre e una figlia legate da un filo invisibile tessuto d’amore, a sostituire il legame biologico.

È del 2020 lo spettacolo teatrale per bambini “Rosapilla” (in scena a Pavia nel corso della settimana dell’adozione) che si ispira alla fiaba “Il Compleanno di Rosapilla”, prodotto e realizzato dalla compagnia teatrale ISV e riservato agli alunni delle scuole primarie e alle loro insegnanti, per raccontare loro come si diventa famiglia adottiva. 

La raccolta delle lettere sull’adozione inviate da famiglie adottive al Festival delle lettere ha permesso inoltre di realizzare il libro Cara Adozione, edito nel 2016 a cura di Roberta Cellore e distribuito finora in circa millecinquecento copie. Vi si raccontano le storie di persone la cui vita è stata trasformata dall’aver aperto il proprio cuore e la propria casa alle esigenze di un figlio.

I progetti per il futuro a breve termine

Alla prima edizione è destinata a fare seguito Cara adozione 2 (sempre a cura di Roberta Cellore) che sarà pubblicato nella primavera di quest’anno, punta di diamante delle celebrazioni per il decennale della fondazione. Il libro è stato preceduto dal concorso grafico per sceglierne la copertina, svoltosi nell’autunno dell’anno scorso e vinto dall’illustratrice Gabriela Du Bois. Una serie di eventi di presentazione si terrà nei prossimi mesi in varie città di Italia. Ne daremo notizia su questo sito e con la nostra newsletter, così come provvederemo a informare tutti i nostri lettori di quant’altro sarà programmato e realizzato per festeggiare il primo importante compleanno di ItaliaAdozioni.

Il lungo termine

L’impegno per il 2023 è quello di lavorare alla promozione dell’adozione nazionale, ancora poco conosciuta e sulla quale circolano anche informazioni incomplete o sbagliate.

I progetti per il futuro sono tanti. L’associazione una ne fa e cento ne pensa. I volontari disposti a collaborare non mancano, anche tra le giovani leve. Continua quindi a seguirci su questo sito, e sui nostri canali social, a poco a poco ti sveleremo tutto quanto abbiamo in serbo.  E non esitare a scriverci a  redazione@italiaadozioni.it se desideri entrare in contatto con noi.

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