
Un nuovo quesito per il Dottor Bonato che riguarda la delicata realtà del rispetto e della diversa etnia. Se avete domande per il Dottor Bonato scrivete a redazione@italiaadozioni.it.
Buongiorno Dott. Bonato
Sono una mamma adottiva di due bambine di colore. Mio marito ed io abbiamo atteso a lungo il loro arrivo e da quando sono con noi la nostra vita è cambiata, è diventata a colori (in tutti i sensi).
Le scrivo per sottoporle quello che per me è un problema: quando andiamo in giro moltissime persone, soprattutto donne non giovanissime, ci fermano per toccare i loro capelli, alcune ci chiedono l’autorizzazione, altre invece lo fanno senza pudore. Io in questi casi non so mai come comportarmi, non voglio essere scortese, ma non mi piace questo comportamento, non sono dei cagnolini che quando li vedi per strada li accarezzi. Inoltre sono preoccupata del messaggio che potrebbe passare alle nostre figlie, che spesso mi chiedono: “Ma mamma perché tutti vogliono toccarci i capelli?”, io rispondo “Perché sono molto belli” ma dentro di me monta la rabbia, mio marito invece è molto più ironico e non se ne cruccia, infatti una volta a una signora ha risposto : “Ma certo, però anch’io voglio accarezzare i suoi”, la signora è rimasta disorientata e si è messa a ridere.
Come mi consiglia di comportarmi in questi casi? E cosa posso dire alle mie bambine?
La ringrazio moltissimo per la sua risposta. Un caro saluto
Camilla e Luca
Gentili Camilla e Luca,
una speranza mai spenta, nonostante un’attesa che è sempre “troppo” lunga e senza alcuna garanzia , ha “generato” ciò che di più amato e bello vi sia capitato: due bambine di colore, figlie adottive, che vi hanno fatti genitori. Hanno dato nuovo senso e dilatato orizzonti alla vostra vita che è diventata, da allora, “a colori “, colori che contemplano anche una responsabilità nella quale vi giocate tutto il futuro.
Sono bambine che avevano già una loro vita con una esperienza del dolore speciale. Figlie salvate da un mare di spavento, di presenze minacciose e con una fame inesausta di cure e di consolazione capaci di far fiorire in loro il gusto di vivere. Bambine come tutte le altre che però arrivano da un paese lontano con un clima diverso, cieli diversi, lingua, cibi, profumi e costumi diversi.
Il rispetto dei bambini nell’adozione e non solo
Un bravo maestro inglese della psicoanalisi diceva, durante la supervisione di un caso clinico relativo a un bambino molto deprivato: “Ai bambini ci si deve avvicinare con la delicatezza e il rispetto con i quali si entra in una cattedrale: in silenzio, in punta di piedi e con il cappello in mano”.
Le persone sconosciute che vi capita di incontrare per strada e che chiedono o si permettono di toccare i capelli delle vostre bambine perché di colore, forma o per una acconciatura insoliti, mostrano la mancanza di questa delicatezza e del rispetto al quale hanno diritto tutte le persone e, a maggior ragione, tutti i bambini che non sanno o non possono difendersi. Perché tanta confidenza?
Le vostre figlie sembrano non capire ed esserne stupite e imbarazzate e interrogano la mamma: “Ma perché tutti vogliono toccarci i capelli?”.
Camilla sembra affrontare queste situazioni con sorrisi a denti stretti e una gran rabbia in corpo: “Come si permettono queste sfrontate? Mi costringono a un consenso che non vorrei dare e mi fa sentire in colpa perché le mie figlie non sono trattate come gli altri bambini, compagni di scuola e di giochi.
“Perché solo a loro e non agli altri bambini? Forse proprio perché sono “diverse per il colore della pelle o la capigliatura o perché adottate, come se venire adottati significasse ancora oggi valere di meno e perciò poter essere accarezzate come si può fare con i cagnolini per strada. La mamma purtroppo è attraversata da fantasie che somigliano a queste che la rattristano e le fanno male. Quando risponde alla domanda delle piccole: “perché sono molto belli”, sente che dice una bugia pietosa anche se le sue bambine e i loro capelli sono belli sul serio.
Le giuste parole e l’ironia per contenere i curiosi
I bambini sanno leggere le verità del cuore e percepiscono i sentimenti della mamma e il suo bisogno di proteggerle dall’ intrusività di quelle signore. Prima o poi, Camilla troverà le parole che traducano il suo fastidio per la scortesia e la sua voglia di rispondere alle loro richieste di “toccare” i capelli delle figlie con un semplice: “meglio che no, forse alle bambine non fa piacere”.
Luca, fortunatamente, è dotato di un senso dell’ironia e di un umorismo che gli permette di spiazzare le pretese inopportune o sgarbate delle signore in una forma accondiscendente che contiene però una sottile minaccia, simile a un tocco di fioretto che va a segno e che si può leggere anche così. “Certo signora, ma io farei volentieri lo stesso con i suoi capelli”.
Arrivare a riconoscere e ad accettare certi sentimenti brutti e dolorosi che ci appartengono e sono legittimi, e capire da dove nascono e perché, ci permette di diventare poco a poco meno severi con noi stessi, più pazienti e compassionevoli anche con “le persone moleste che incontriamo”.
Augusto Bonato
psicologo, psicoterapeuta, già giudice onorario al Tribunale dei Minori di Milano
Leggi un’altra lettera al Dottor Bonato sul tema del razzismo
Ricordo che tutti i passanti si fermavano a toccare i capelli di mia sorellina, di origine italiana, carnagione chiarissima e occhi verdi, semplicemente perché i capelli erano dei bei riccioloni neri. Io credo che per quanto il gesto possa apparire indelicato e stancare alla lunga la bambina (mia sorella in effetti mi ha detto che non le dava fastidio ma alla fine era un po’ stufa perché non avevamo proprio scampo), il motivo sia davvero perché i capelli sono belli. Immagino che quelli della signora non fossero altrettanto belli.
Quando ero bambina, vedere tutti fermarsi a toccarle i boccoli era per me, sorella maggiore, un motivo di vanto.
Buonasera dott.Bonato ,ho necessità di capire come affrontare la seguente situazione.
Abbiamo due figli adottati, 1 dall’Africa e 1 dall’Ucraina. Il primo adesso ha 12 anni ed é un ragazzino apprezzato da tutti, sempre sorridente , sempre ricercato insomma senza apparenti problemi. Ma da quando ha iniziato le medie ci sembra di notare che ha un problema con il colore della pelle. Finché rimane nella sua zona confort; casa, campetto da calcio ecc. e con persone che conosce, va tutto bene ma quando dobbiamo andare in posto per la prima volta , vacanze, mostre ecc. inventa delle scuse per non venire e quando siamo nel posto prescelto si copre con cappuccio e se potesse anche sciarpa anche se nell’ambiente la temperatura, rimane in disparte. Ho provato ad affrontare la questione senza essere diretta ma le risposte soni evasive, vorrei un consiglio su come poter parlare con lui senza creare delle problematiche in più.
Gentile Martina, ci scriva a redazione@italiaadozioni.it