
Riceviamo la lettera di una mamma che, demoralizzata, si rivolge ai servizi che seguono le famiglie affidatarie.
Nel suo sfogo chiede il nostro e il vostro aiuto. Ci chiede, infatti, di pubblicare il suo scritto sia per sensibilizzare tutti i servizi territoriali, sia per sapere se qualcuno ha già risolto situazioni come quella che stanno vivendo nella sua famiglia.
Carissimi servizio affido familiare e servizio tutela del Comune,
e più precisamente care équipes multidisciplinari, costituite da assistenti sociali e psicologi che vi avvalete del supporto educativo degli operatori afferenti al Polo Pedagogico e lavorate in stretta collaborazione con tutti i servizi che a vario titolo si occupano dell’affido, vi scrivo perché sono stanca e amarggiata. Vi scrivo perché non riesco a comprendere questa enorme difficoltà, da parte vostra e del vostro entourage di collaboratori, nel risolvere le diverse questioni che hanno riguardato il mio affido nella sua storia e adesso, nello specifico, l’annosa questione dei rapporti col consolato. E’ da tanto, troppo tempo che attendiamo di ottenere la documentazione necessaria all’emissione della carta di identità valida per l’espatrio/passaporto del minore che abbiamo in affido.
Dopo quasi dodici anni dal suo ingresso nella nostra famiglia il problema è ancora irrisolto.
Neanche la magra consolazione di periodici aggiornamenti da parte vostra, per renderci partecipi delle difficoltà che state incontrando: silenzio assoluto………sempre noi a chiedere delucidazioni e voi a glissare con risposte evasive e poco chiare.
Intanto gli anni passano, mai un viaggio del minore fuori dai confini italiani, mentre i suoi coetanei raccontano di vacanze fantastiche in località europee ed extra europee.
Quando vi ho fatto presente che, oltre alle vacanze, ci sono i viaggi all’estero organizzati dalla scuola (finalizzati a migliorare la conoscenza delle lingue), non avete mosso un dito per fare pressione in équipe nel tentativo di trovare altre strade col consolato.
Anzi ci avete tenuto a precisare di fare presente al minore che, a differenza dei suoi coetanei, non potrà scegliere un liceo linguistico che prevede stages all’estero, impensabili per la sua situazione senza documenti.
E vi sembra umano e corretto far passare il messaggio “Tu sei diverso dagli altri” perchè non hai i documenti e perchè non puoi scegliere liberamente quello che ti piace? Perchè guarda caso è proprio il linguistico l’indirizzo scelto dal minore, consigliato anche dagli insegnanti nell’orientamento per la scelta della scuola superiore.
Stendiamo poi un pietoso velo sul tutore, figura astratta, impossibile da raggiungere, neanche per scambiarci due parole che, come dite voi, fa le veci del sindaco solo sulla carta per firmare autorizzazioni di vario genere, ma che non conosce nulla del minore.
Allora mi domando: possibile che tutto questo schieramento di personale, destinato ad alleggerire le problematiche dell’affido, non sia realmente in grado di lavorare in équipe, condividendo le responsabilità per raggiungere un obiettivo comune, cioè il bene del minore?
Potrei citare tante altre difficoltà che noi famiglie affidatarie incontriamo, ma preferisco concludere questo mio sfogo con il motivo per cui non molliamo e per cui vi ho scritto: l’amore per i minori che ci affidate.
Una mamma affidataria
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