
Compiti e fallimento genitoriale
La generazione dei genitori di oggi sente il carico scolastico sulle proprie spalle, come se il fallimento o la mancanza del rispetto degli impegni scolastici del figlio fosse direttamente e unicamente ascrivibile a loro.
Il senso di colpa della generazione di questi genitori è un tema ampio sia per come si sia culturalmente generato, sia per come oggi si manifesti (ecco una pillola di Marco Montemagno su senso di colpa e Marketing, che esplicita come il business lo usi ampiamente).
Cosa può fare un genitore mediamente responsabile, o meglio “sufficientemente buono”, nell’accezione di Winnicott, che abbia come obiettivo lo sviluppo di capacità oltre al mero “completamento della consegna scolastica”? In che modo il genitore si può porre come elemento facilitante e non come barriera allo sviluppo di autonomia?
Piccolo glossario prima di continuare:
Facilitatore: tutto quello che può fare il genitore ed è di aiuto allo sviluppo della competenza autonoma.
Barriera: tutto quello che è di opposizione allo sviluppo della competenza autonoma.
Codice: E’ riferito ad una competenza specifica. Le nomenclature complete dei codici sono reperibili sul sito sotto indicato.
Compiti delle vacanze come strumenti di vita
Analizziamo ora in ottica liberamente ICF-CY, (uno strumento di osservazione pensato dalla OMS e usato molto per la disabilità ma anche per la salute), tre momenti specifici e pensiamo a come sfruttare i compiti scolastici come occasione per i nostri figli di migliorare alcune performance di vita e cosa noi genitori possiamo osservare per renderci conto di quanto siano i ragazzi vicini al grande obiettivo della vera autonomia (= prendere la responsabilità delle proprie decisioni).
- L’INIZIO DELLE VACANZE
Obiettivo: anticipare nella mente dell’altro che le vacanze sono momento di svago e di responsabilità. (codice 2503: Agire in modo prevedibile)
Attività: All’inizio della vacanza il genitore esplicita da subito che le vacanze avranno momenti di riposo e momenti di impegno.
Facilitatori: Discorsi brevi ed incisivi. (Avremo dei giorni in cui staremo con amici e parenti e altri nei quali svolgeremo i compiti)
Dare stimoli concreti (con un’ora e mezza al giorno di compiti, meriterai di andare a pattinare tutti i giorni con gli amici)
Dire quello che si fa e fare quello che si dice. (dato che hai rispettato quanto concordato, meriti il premio)
Barriere: Lunghe dissertazioni sulla responsabilità.
Mettere in preventivo possibili punizioni nel caso nei giorni successivi gli obiettivi non siano raggiunti.
Cosa sviluppo con questa attività? Genero in mio figlio il pensiero che anche i tempi destrutturati possono avere delle routine e che queste possono essere gestite con consapevolezza.
- L’INIZIO DI OGNI MOMENTO DI COMPITI
Obiettivo: Iniziare ordinatamente e in maniera organizzata lo spazio di lavoro. (codice d2102)
Attività: Il genitore fornisce le linee guida spaziali (un’aula tranquilla) e temporali (due ore massimo di lavoro) per lo svolgimento dei compiti.
Facilitatori: Preparare il tavolo dei compiti in uno spazio privo di distrattori.
Dare tempi di lavoro definiti. (Dalle 10 alle 12 compiti, poi pranzo)
Scrivere su un foglio che compiti si faranno e quanto tempo è dedicato ad ogni compito.
Libertà di pianificare in maniera poco consona.
Dire quello che si fa e fare quello che si dice.
Barriere: 1. La mamma decide cosa farà per primo il figlio a seconda delle proprie idee,fornendo consigli non richiesti. 2. Tavolo dei compiti a fianco di televisione accesa.
Cosa sviluppo con questa attività? Consapevolezza dell’impatto che ha il pre-lavoro sull’esecuzione dei compiti; fiducia che lui abbia uno spazio di movimento e che il genitore sa che lo può gestire.
Cosa osservo? Il ragazzo pianifica in maniera verosimile i tempi di lavoro? Ha in mente quanto tempo può occupare un’attività?
- DURANTE I COMPITI
Obiettivo: Una volta iniziato a svolgere i compiti, gestire il tempo in modo funzionale. (codice d2306)
Attività: Il genitore ferma ogni 20 minuti il lavoro del figlio per 5 minuti di pausa e gli chiede se quanto ha pianificato è stato rispettato. Invita il ragazzo a pianificare a seconda della propria auto-osservazione.
Facilitatori: Preparare il tavolo dei compiti in uno spazio privo di distrattori.
Dare tempi di lavoro definiti. (Dalle 10 alle 12 compiti, poi pranzo)
Dire quello che si fa e fare quello che si dice.
Barriere: 1. Il genitore dice che quanto pensato è scorretto. 2. La pausa viene saltata. Gli spazi da 20 minuti sono programmati oltre le due ore di lavoro.
Cosa sviluppo con questa attività? Ampliamento della concentrazione in tempi focalizzati di lavoro.
Cosa osservo? Il ragazzo pianifica in maniera verosimile i tempi di lavoro? Ha in mente quanto tempo può occupare un’attività? La sua concentrazione dura per i 20 minuti stabiliti?
Ogni volta che proporremo un’attività, potremo fare un’osservazione di quello che succede rispetto al codice osservato e di quali Facilitatori e Barriere siano presenti nel contesto.
Obiettivo dell’osservazione è quello di monitorare l’autonomia di nostro figlio e annotare cosa è utile per lo svolgimento dei compiti e cosa meno. Saranno i dati di partenza per un ragionamento mirato riguardante il lavoro autonomo lungo la vacanza e soprattutto nel nuovo anno scolastico.
Buon lavoro!
Daniele Somenzi
Dottore in psicologia dello sviluppo e dei processi evolutivi
Responsabile del centro “Parole Insieme” di Gallarate
https://www.paroleinsieme.it/
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