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03 Ottobre, 2021

Fratelli grazie all’adozione nazionale

La testimonianza di Francesca racconta l'essere fratelli, condividendo l'esperienza dell'Adozione
ItaliaAdozioni
insieme a favore di una migliore cultura dell'Adozione e dell'Affido

La nostra storia

Questa è la storia mia e di mio fratello che grazie all’adozione nazionale siamo diventati fratelli e siamo diventati una bellissima famiglia molto colorata.

Il primo ad essere stato adottato è stato Daniele, mio fratello. Lui è stato adottato nel lontano 1994, a cinquanta giorni dalla nascita ed è nato all’ospedale San Giovanni di Roma. Ha origini del Camerun, in Africa, è moro con dei bellissimi capelli ricci, ha gli occhi scuri e la pelle scura.

Dopo la sua adozione, nel 1997 i nostri genitori hanno deciso di procedere con la seconda domanda di adozione e quando lui ha compiuto tre anni, sono arrivata io. Al contrario, io vengo dal Laos, nel Sud Est Asiatico. Anche io ho i capelli e gli occhi scuri, ma ho un colore della pelle diverso dal suo e ho gli occhi a mandorla. Io sono stata per i primi tre mesi della mia vita in una casa famiglia e poi, i nostri genitori mi hanno adottata.

E pensate che coincidenza: siamo nati nello stesso ospedale!

Il primo incontro

Da un momento all’altro, Daniele è diventato il fratello maggiore ed è stato catapultato nel mondo dei grandi e per destabilizzarlo ancora di più sono arrivata io, una sorellina “strana” perché non gli somigliavo affatto! Non appena sono arrivata, mio fratello era molto geloso, esattamente come tutti i fratelli, ma la sua gelosia si mescolava anche al trauma dell’abbandono vissuto alla nascita, dato che io, essendo la nuova arrivata, ricevevo molte attenzioni.

Per agevolare il rapporto tra fratelli, i nostri genitori per rendere più piacevole il nostro primo incontro, hanno reso unico quel momento dicendo a mio fratello che gli avevo portato un regalo. Certo, la gelosia non è cessata e la simpatia nei miei confronti non è nata subito, non ha neppure apprezzato il giocattolo che “gli avevo portato”, ma da quel momento io sono diventata la sua sorellina minore.

Il rapporto tra fratelli adottivi

Molte persone mi chiedono se abbiamo avuto qualche difficoltà nel costruire un rapporto di fratellanza, dato che non siamo fratelli di sangue. La risposta a questa domanda per me è scontata, ma evidentemente non lo è per tutti.

Io e mio fratello siamo dei fratelli come tutti gli altri, perché il rapporto tra due fratelli non dipende dal solo legame biologico, ma dipende da tanti altri fattori come la condivisione, fare esperienze insieme, crescere insieme e anche litigare!

Noi non siamo fratelli biologici, eppure siamo fratelli lo stesso. Perché mai dovrei sentire mio fratello “meno fratello” perché non abbiamo lo stesso sangue? Se seguissi questo ragionamento, allora dovrei sentire “meno genitori” anche i miei genitori adottivi. Invece, io sento i miei genitori adottivi come miei unici genitori e allo stesso modo sento mio fratello come mio unico fratello.

Il processo di riconoscimento dell’altro fa parte di ogni legame e rapporto familiare, quindi come i nostri genitori riconoscono me e mio fratello come figli, anche io riconosco i miei genitori come tali, riconosco mio fratello come tale, i miei zii come tali, i miei nonni come tali, anche se non ho lo stesso sangue in comune con nessuno dei miei parenti.

Ai genitori che mi pongono questa domanda, magari, perché hanno deciso di presentare una seconda domanda di adozione e temono che non si instauri un rapporto fraterno tra i due bambini, posso dire loro di non farsi alcun problema, perché il rapporto tra fratelli, secondo me, si crea piano piano, non c’è bisogno di forzarlo e non c’è nulla di cui preoccuparsi: fratelli non si diventa grazie allo stesso sangue, ma grazie alle esperienze vissute insieme.

La relazione fraterna è un grande insegnamento per i bambini perché imparano fin da subito la solidarietà, il collaborare con l’altro, l’alleanza e anche le discussioni o la gelosia possono essere delle grandi lezioni di vita per preparare i bambini alle relazioni sociali future.

I nostri genitori adottivi

Ai genitori posso dire anche un’altra cosa: un fratello o una sorella che ha vissuto l’adozione sarà un grande punto di riferimento per il nuovo arrivato, perché si potranno confrontare intensamente sulle loro storie che per certi punti di vista si somigliano, dato che in comune hanno un concetto enorme, ovvero l’adozione.

Io e mio fratello viviamo l’esperienza dell’adozione in maniera completamente differente, nonostante entrambi siamo stati adottati da neonati. Ci confrontiamo su questo concetto e i nostri pensieri sono contrastanti, sono l’opposto, esattamente come la nostra pelle, i nostri capelli e il nostro carattere. Eppure, mio fratello non vede i miei occhi a mandorla, come io non vedo la sua pelle scura. Nonostante noi siamo l’opposto in tutto e per tutto, c’è molta complicità tra noi, ci capiamo con uno sguardo, senza dire parole di troppo.

Questo rapporto viscerale ci fa sentire di appartenere sempre l’uno all’altro e che in ogni momento della nostra vita non saremo mai da soli, ma uno dei due coprirà sempre le spalle all’altro.

Noi, siamo semplicemente fratelli.

Francesca Motta

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