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04 Luglio, 2021

La discalculia: dieci domande pratiche.

Tra i disturbi specifici dell’apprendimento troviamo la discalculia. Ecco dieci cose da sapere per capire se nostro figlio ne è affetto.
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La discalculia: l’esperienza di Manuel

Manuel ha 16 anni ed è un ragazzo che si impegna. Ha sempre lavorato con metodo e disciplina. Ha anche sempre fatto fatica con la matematica. “Studia di più!” gli ha sempre detto suo papà. E lui l’ha fatto. Arrivato alla fine della seconda superiore, nonostante gli sforzi, ha preso il debito in matematica per il secondo anno di fila.

Durante l’estate ha fatto un test diagnostico, perché il suo nuovo compagno di banco gli ha detto: “Un mio caro amico fa gli stessi tuoi errori. Non è che sarai dislessico?”

Manuel non è dislessico; è affetto da discalculia. Il suo compagno di banco ha avuto una buona intuizione.

1. Cos’è la discalculia? È un disturbo specifico dell’apprendimento, che riguarda la capacità di automatizzare (*1) i calcoli e le procedure ad essi legati.

2. In pratica cosa succede se sono affetto da discalculia? Manuel, alla scuola primaria la esprimeva così:
– “Faccio schifo nelle tabelline!” – “Mi fai tu queste operazioni?” – “Ma che segno ci vuole per risolvere questo problema?”
Alle medie invece…
– “Le espressioni sono troppo difficili” – “Sbaglio tutti i segni!” – “Non capisco niente di geometria.”
Oggi infine, alle superiori…
-“Ho fatto tutti i compiti, ma non ci ho capito niente” – “Non finisco mai una verifica e per fare in fretta sbaglio tutto” – “La prof mi dice che non sto attento, perché copio male dalla lavagna”

3. Quali sono i segnali che potrei tenere presenti?
Difficoltà:

– nella lettura e scrittura dei numeri (scritti al contrario o non si capiscono);
– nella memorizzazione dei fatti numerici (tabelline, sequenza dei numeri – avanti e indietro);
– nel ricordare numeri complessi come quelli con lo zero o composti da molte cifre;
– nell’esecuzione delle procedure di calcolo (calcoli a mente anche facili);
– nel mettere i numeri in colonna;
– nel ricordare i vari passaggi di un’operazione nel giusto ordine;
– nel riconoscere i simboli matematici;
– nel comprendere la struttura interna del numero composto da unità, decine, centinaia etc.;
– nel comprendere problemi matematici alla prima lettura (ma anche alle successive).

4. Quindi se non ottengo buoni risultati in matematica sono anche io affetto da discalculia?
No! È importante che sia stato fatto un buon percorso di apprendimento di questa materia e che le lacune accumulate per diversi motivi (argomenti saltati, non compresi oppure non affrontati adeguatamente) siano state colmate.

5. Quanti tipi di discalculia esistono?
La “Consensus Conference” (*2) ha individuato due profili diversi di discalculia:
– la prima tipologia è da intendersi come “cecità ai numeri”, ossia come l’incapacità del soggetto esaminato a comprendere e manipolare le numerosità;
– la seconda tipologia invece si riferisce alla difficoltà o impossibilità di acquisizione delle procedure e degli algoritmi di calcolo.

6. Come posso sapere se sono affetto da discalculia?
Bisogna recarsi presso una Neuropsichiatria (oppure presso un centro che possa fare una valutazione sui Disturbi Specifici di Apprendimento) e fare dei test che valutino le diverse abilità matematiche.

7. Esistono degli strumenti per compensare la discalculia?
Sì. È importante dare il giusto tempo per svolgere gli esercizi, magari diminuendone il numero nel momento della verifica. Possono inoltre essere utilizzate tabelle e schemi sia per eseguire i compiti, sia nel momento della prova. Ogni ragazzo però è diverso e gli strumenti che potrà utilizzare dovranno essere personalizzati.

8. Come faccio a sapere quali sono gli strumenti giusti per ognuno?
Nel momento in cui viene redatta la certificazione D.S.A. (e condivisa con la scuola), toccherà agli insegnanti creare un P.D.P. (*3) (anche in collaborazione con gli specialisti che hanno svolto i test), nel quale saranno contenuti gli strumenti che il ragazzo potrà utilizzare a scuola e a casa.

9. Gli strumenti sono sempre gli stessi o cambiano nel tempo?
Gli strumenti compensativi e dispensativi (*4,5) variano con gli obiettivi proposti nel percorso scolastico. Se negli anni della scuola primaria infatti gli obiettivi sono centrati sull’automatizzazione delle operazioni e delle procedure, con il passare del tempo questi cambiano. Dunque gli strumenti saranno pensati a seconda del percorso di ognuno.

10. Le maestre e i professori potrebbero non accorgersi che sono affetto da discalculia?
La scuola sta formando gli insegnanti per dar loro delle competenze di base sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Non dimentichiamo però tre cose:
– il Disturbo Specifico di Apprendimento è evolutivo per definizione, dunque cambia nel tempo;
– il soggetto affetto da D.S.A. ha per definizione un’intelligenza nella media e a volte superiore. Potrebbe dunque trovare delle strategie per compensare le proprie difficoltà. “Esternamente”, potrebbe utilizzare delle modalità “bizzarre” oppure “complicate”, ma efficaci, per svolgere i calcoli.
– Gli insegnanti non sono dei diagnosti. Possono dare un consiglio, ma la valutazione e l’iter conseguente devono partire da una certificazione redatta da un professionista.

Daniele Somenzi

Dottore in psicologia dello sviluppo e dei processi evolutivi
si occupa di metodi di apprendimento in ragazzi DSA
Responsabile del centro “Parole Insieme” di Gallarate

(*1) – Automatizzare: rendere automatico un processo; ad esempio saper rispondere senza pensare e velocemente ad una richiesta di tabellina.

(*2) – Consensus Conference D.S.A.: è una riunione nella quale vengono stabiliti i criteri di diagnosi dei disturbi di apprendimento a fronte delle ricerche che vengono svolte.
(*3) – P.D.P.: Piano Didattico Personalizzato. È un documento compilato dalla scuola nel quale sono contenuti gli strumenti compensativi e dispensativi che il ragazzo può utilizzare nello studio e nelle verifiche.
(*4) – Strumenti compensativi: tutto ciò che può utilizzare un ragazzo per colmare il gap con i compagni di classe o i ragazzi della sua età.
(*5) – Strumenti dispensativi = ciò da cui un ragazzo può essere esonerato.

Bibliografia

  • Butterworth, B. (1999). Intelligenza matematica. Milano, Rizzoli
  • Mc Closkey A., Caramazza A., Basili A., (1985). Evidence from dyscalculia, Brain and cognition. 
  • Lucangeli D., Poli S., Molin A.(2003), L’intelligenza numerica. Trento, Erickson

Curiosità e utilità

  • Legge 170 dell’8.10.2010 (da http://www.pavonerisorse.it)
  • Un blog dove trovare anche attività pratiche per capire meglio la discalculia
  • Un articolo di dieci anni fa sulla discalculia, pubblicato sul sito www.lescienze.it

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