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11 Giugno, 2023

La rinascita della mia anima colorata

Testimonianza di una figlia che racconta il suo percorso di crescita alla ricerca del giusto equilibrio fra passato e presente
ItaliaAdozioni
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anima colorata

Non si nasce solo nel giorno in cui si viene al mondo. Si nasce anche quando si viene accolti e amati. 

Ho attraversato la tempesta, ma all’uscita ho trovato il mio sole.

Chi di noi non ha mai attraversato una tempesta nella vita? Presumo tutti.

La mia tempesta non é nata con me, ma é nata quando ho perso anche i miei genitori non biologici, coloro che io chiamo semplicemente mamma e papà.

È nata nel momento esatto in cui non potevo più chiedere né sapere qualcosa di più su chi ero, da dove venivo e come erano andate davvero le cose.

Sapevo che me ne avrebbero parlato solo nel momento in cui io fossi stata pronta ad ascoltare, a comprendere e a sostenere il bagaglio pesante con cui sono venuta al mondo. Bagaglio che loro hanno saputo prendere a pieno carico sulle loro spalle, senza mai, e dico mai, farmene sentire il peso.

I miei genitori non mi hanno mai negato il sapere da dove venivo.

A 11 anni mio padre, dopo la perdita di mia madre, mi portò in India, a toccare con mani e piedi la mia terra; a guardare l’oceano e le spiagge incontaminate dall’uomo; ad assaporare i profumi e capire gli odori di una terra, quella indiana, che ha ancora tanto da insegnare all’essere umano.

Ma io non ero del tutto pronta; soffrivo ancora per la perdita di mia madre che non poteva essere con me in quel viaggio.

Soffrivo nel non aver il coraggio di chiedere, soffrivo nel sentirmi divisa a metà tra la mia provenienza e il luogo che ho sempre riconosciuto come casa mia.

Il mio risveglio è avvenuto da adulta, dopo i 30 anni.

Prima mi sono concentrata nel crescere mia figlia, nel progettare il mio ritorno in India.

E mi sono ripromessa che sarei tornata solo quando sarei stata davvero pronta, anche se ho capito che alla fine, dentro di me, portavo già tanto di quel Paese. E fuori di me, con i miei lineamenti, i miei capelli, i miei occhi, riflettevo già quella parte di me che a volte tentavo di nascondere.

Ricordo un temporale estivo, un sogno fatto la sera prima e un senso di inquietudine che pervade l’animo. Ricordo che scrissi un post su Facebook dove dicevo di risentire il richiamo della conoscenza, di quella me che troppo spesso tentavo di soffocare.

E così, il giorno dopo, mia sorella si presentò nel mio salotto con un plico di carte che raccontavano tutto il mio iter adottivo.

Ed è da lì che sono rinata.

Ho scoperto molte cose che non sapevo; ho capito la difficoltà che c’era e c’è ancora nell’adottare, soprattutto nelle adozioni internazionali. Ma soprattutto ho capito che metà delle persone, nel lontano ’84, si sarebbero arrese nel dover fare iter così lunghi, test psicologici, incontri con giudici, tribunali, soldi.

Cose infinite, metà delle quali, per come la vedo io, sono assurde, perché per crescere un figlio non serve un grosso conto in banca;  non serve essere la famiglia del mulino bianco.

Per crescere un figlio basta saper amare e donare amore, perché solo l’amore ti salva davvero e ti aiuta a superare ogni tempesta.

E comunque alla fine sono arrivata a destinazione: sono arrivata a casa.

Lessi anche la storia di mia madre che mi abbandonò in orfanotrofio, perché il suo nuovo marito non mi voleva.

Rilessi più e più volte, fino a che non permisi a me stessa di non giudicare la sua scelta perché non avrei mai potuto sapere la verità, e perché, alla fine di tutto, io una mamma e un papà, stupendi, li ho avuti e sono loro che porterò nel cuore per sempre.

La mia rinascita è stata trovare il giusto equilibrio tra passato e presente; accettare che nell’abbandono io sono stata trovata e mi è stata data la grande possibilità di rinascere come figlia, non di pancia, ma di cuore e anima.

É la consapevolezza che la mia anima non deve essere tagliata a metà: non sono metà indiana e metà italiana, ma sono una bellissima fusione di entrambi.

Mi definisco un’anima colorata. Porto in me due terre, che dentro di me uniscono le loro radici in un intreccio armonioso e che non smetterò mai di proteggere.

Lovely Furlan

1 commento

  1. Simona

    Non si è mai una cosa o l’altra anche semplicemente nel lavoro e nella vita…. Si è solo se stessi.
    Mi è piaciuto molto leggere questa testimonianza.

    Rispondi

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