
Sono sempre stato affascinato dal mondo dell’adozione sin da quando ero piccolo perché ho avuto la possibilità di incontrare alcuni bambini adottati. Essi mi hanno sempre incuriosito e spinto a ricercare la diversità in un mondo dove tutto tende ad essere “standardizzato”. All’ultimo anno di Università, ho avuto finalmente la fortuna di seguire un corso specifico sull’adozione e affido. E in seguito, ho deciso di proseguire questa strada svolgendo una tesi e un tirocinio post-laurea entrambi focalizzati sulla tematica adozione.
Un’altra motivazione per la quale ho sempre avuto un interesse verso l’adozione è che c’è una mia parte personale che vorrebbe, in futuro, adottare e quindi ho sempre avuto il desiderio di conoscere a fondo gli studi condotti fino ad ora sull’adozione.
Il mio lavoro di tesi sul fenomeno del bullismo e l’adozione
Ho avuto una grande opportunità di collaborare con il Centro d’Ateneo Studi e Ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con lo scopo di indagare l’adattamento e il benessere di adolescenti adottati all’interno della famiglia e del contesto sociale. Al giorno d’oggi, sono più numerose le ricerche condotte nell’ambito delle adozioni internazionali sull’età scolare e poche, soprattutto in Italia, sono focalizzate sulla fase adolescenziale. Proprio perché si tratta di un fenomeno in espansione, è importante fare ricerca su questo argomento.
Nello specifico, il mio progetto di tesi ha posto il focus sul fenomeno del bullismo fra adolescenti adottati. È stata un’esperienza molto formativa e bella perché ho potuto scoprire che i ragazzi e le loro famiglie adottive possono avere tante risorse.
La ricerca, infatti, ha portato alla luce dei risultati molto incoraggianti poiché gran parte degli adolescenti adottati ha dichiarato di non aver mai vissuto negli ultimi due mesi esperienze di bullismo; sembra che questi ragazzi abbiano raggiunto un buon grado di adattamento nel contesto sociale.
Naturalmente, non si può nascondere che dietro a questo dato ci possono essere tanti anni difficili e molte fatiche. Tutto ciò che avviene prima dell’adozione non potrà mai essere cancellato e il ragazzo adottato si porterà sempre dietro delle esperienze di vita che, in qualche modo, possono lasciare delle cicatrici sulla pelle.
Proprio per questi motivi, lo scopo principale dell’adozione è riparativo ed è quello di rispondere a delle esigenze specifiche dei bambini offrendo a loro un ambiente ricco di stimoli e un luogo caldo in cui il cui il bambino abbia la possibilità di crescere dal punto di vista sia fisico sia cognitivo.
Inoltre, il bambino /adolescente adottivo deve essere consapevole che non è mai solo: nella sua nuova vita compaiono tanti attori con un ruolo ben preciso; da una parte bisogna che ci sia una famiglia fortemente motivata, adeguatamente preparata alla situazione ed emotivamente pronta a supportare il figlio nel suo processo di crescita e di reculturation (ossia quel processo attraverso il quale gli adottati avviano un percorso interiore di riappropriazione della loro cultura d’origine). Dall’altra parte, è importante che ci siano operatori pronti, disponibili, preparati specificatamente sulla tematica adozione e che siano in grado di offrire supporto al ragazzo e alla sua famiglia.
Spero che, in futuro, vengano svolte ulteriori ricerche sulle famiglie adottive mettendo in risalto l’importanza di operatori adeguatamente preparati sul fenomeno adozione sempre più in rapida espansione.
La mia esperienza di tirocinio presso un ente autorizzato per le adozioni internazionali
Il mio interesse per l’adozione è proseguito anche dopo la laurea poiché ho potuto vedere dal vivo il mondo dell’adozione svolgendo il mio tirocinio post-laurea presso il CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia). Ho potuto vedere per la prima volta coppie in procinto di adottare, famiglie adottive alle prese con l’inserimento di bambini appena arrivati a casa e famiglie adottive da tanti anni con figli adolescenti. È stata un’esperienza molto formativa che mi ha permesso di entrare in connessione con diversi vissuti sia positivi sia negativi di madri, padri, bambini e adolescenti.
Sono grato a questa esperienza poiché mi ha offerto tanta formazione sui temi come il trauma, l’abbandono, l’attaccamento. Inoltre, mi ha permesso di acquisire strumenti su come si conducono colloqui clinici, strutturano relazioni e formulano ipotesi diagnostiche circa il funzionamento familiare. È stato molto illuminante per me vedere il grande legame che si può creare fra due genitori e un figlio adottivo; erano tre persone con due bisogni viscerali: da una parte un bambino aveva bisogno di due genitori e due coniugi volevano un figlio.
Naturalmente, ho potuto osservare anche le difficoltà e gli ostacoli che possono emergere nel periodo sia pre sia post adozione. Nel pre-adozione, ci sono attese e tempi molto lunghi che mettono a dura prova la pazienza di due genitori che vorrebbero azzerare completamente tutta la parte burocratica per poter conoscere finalmente il loro figlio. Nel post-adozione, invece, possono emergere difficoltà scolastiche legate a una poca sensibilità o poca conoscenza sul tema dell’adozione da parte di insegnanti o compagni di classe. Inoltre, una volta che il bambino arriva a casa, parte un lungo e difficile processo di reciproca legittimazione in cui i genitori si assumono la titolarità per esercitare il ruolo genitoriale; allo stesso tempo, i figli adottivi hanno la possibilità di scegliere e decidere se essere figli o meno di quei genitori.
Conclusioni
Per concludere, riporto questa bellissima frase di Frederick Douglass la quale dice che “è più facile costruire bambini forti che riparare uomini rotti”. Questa frase potrebbe essere in grado di spiegare la vera e reale motivazione per la quale ho un forte desiderio di lavorare con i bambini come futuro psicologo. Loro sono buoni, gentili, genuini, senza malizia ed è proprio su di loro che si devono riporre tutte le energie e le speranze per far sì che siano i futuri uomini e donne che creano il nostro futuro.
Gian Ambrogio Cavenaghi
Università Cattolica del Sacro cuore di Milano
Facoltà di Psicologia
Corso di Laurea magistrale in Psicologia clinica e promozione della salute: persona, relazioni familiari e di comunità
Anno accademico 2019-2020
Tesi di laurea: Adolescenti Adottati In Italia: il fenomeno del bullismo
Relatrice: Chiar.ma Prof.ssa Rosa Rosnati
Approfondisci leggendo l’abstract della tesi
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