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05 Novembre, 2023

L’Adozione raccontata attraverso gli albi illustrati

Un'attenta analisi delle potenzialità della narrazione per i propri figli e per tutti i bambini
Francesca Giuli
Educatrice, volontaria social media manager

La narrazione come pratica collaudata

Prima di affrontare il nodo della questione, cioè comprendere come l’adozione viene narrata e come può essere fatto, è utile capire come la letteratura si riveli una risorsa importante anche in quest’ambito.

La letteratura ha il compito di “esplorare, ricreare e ricercare i significati dell’esperienza umana” (R. Hoggart, scrittore e accademico) e questo ci aiuta a comprenderne la valenza educativa, soprattutto per i bambini, perché ha l’obiettivo di renderli autonomi e consapevoli delle loro scoperte molto prima di quello che farebbero senza l’aiuto degli adulti  ed utilizzando il linguaggio.

Le parole sono influenti, modellano il comportamento, ecco perché il linguaggio è “magico” nel senso che esprime i nostri pensieri, le nostre fantasie e permette di avere maggiore consapevolezza di ciò che pensiamo e di ciò che proviamo.

Nel 1990 lo psicanalista Jerome Bruner diceva che la narrazione organizza l’esperienza, poiché ha il compito di informare una serie di eventi, di percezioni e stati mentali che non hanno un significato di per sé, ma che lo acquisiscono in base a come vengono organizzati in una trama o fiaba.

La narrazione è quindi fondamentale quando bisogna attribuire significati dove gli eventi o i comportamenti non sono conformi alla normalità, proprio perché l’eccezionalità delle situazioni richiede una maggiore interpretazione.

La narrazione assume valenza pedagogica in quanto funziona anche come regolazione della dimensione affettiva e di strutturazione dell’esperienza, la cui forma è essa stessa narrativa.

Tra narrazione e letteratura c’è un nesso che viene descritto come “spazio narrante”. 

Il lettore compie una presa di coscienza soggettiva che gli permette di sviluppare una riflessione sulla sua esperienza passata, ma anche sulla sua condizione esistenziale attuale.

Un libro ha il potere di far sentire tutti vicini i lettori e grazie al fenomeno del “rispecchiamento”, vivendo la storia del personaggio, ci si immedesima e ci si sente parte del racconto.

Un libro orienta, è possibile infatti che le letture affrontate durante l’infanzia possano indirizzare il nostro modo di essere, fornendo modelli e stili di vita.

Narrare l’adozione: impresa possibile?

La legge italiana riconosce alla persona adottata il diritto di conoscere la propria condizione; da qui deriva il dovere, da parte della famiglia adottiva, di condividere le informazioni in proprio possesso.

Ovviamente il come e il quando farlo, viene lasciato a discrezione della famiglia, che viene oggi formata per affrontare il racconto, arricchendolo e bilanciandolo rispetto all’età del figlio .

Nella vita di chi è stato adottato è molto probabile che ci siano delle zone d’ombra riguardo al periodo precedente l’adozione. Ciò che avviene normalmente nella vita di un individuo, quando i ricordi inerenti alla propria nascita e infanzia vengono ricostruiti attraverso i racconti dei propri genitori e dei familiari più vicini, sovente non può avvenire per gli adottati.

In questo caso si tratta di ricostruire una storia personale che parte nel momento in cui ci si è separati dalla famiglia biologica, che prosegue con le vicende preadottive e infine prende un nuovo corso con l’ingresso nella nuova famiglia.

Attraverso una fiaba, un racconto si possono affrontare sia eventi felici che terribili, lo stesso Gianni Rodari diceva che “ con le storie e i procedimenti fantastici noi aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra anziché dalla porta.” 

Parlare di adozione è più complesso, soprattutto quando ad ascoltare è proprio il bambino adottato, perché le tematiche non sono sempre semplici e le storie, che i bambini portano con sè, sono spesso dolorose.

Anche per un bambino che ha memoria della propria storia di adozione tutto può essere confuso e una fiaba da leggere e/o da scrivere insieme a mamma e papà può aiutare a compredere cosa è successo e cosa sta succedendo .

Leggere ha la valenza di rimettere le cose al loro posto: ogni persona coinvolta, il Paese di provenienza, il perché dell’adozione, etc. per far in modo che si possa creare una comunicazione corretta tra la coppia adottiva e il figlio. Leggere e rileggere una storia permette di elaborare in tempi giusti le cose importanti, ma soprattutto permette di liberare le emozioni che talvolta restano imprigionate.

Oggi sono numerosi le persone adottate che decidono di affrontare e ricostruire la propria storia attraverso un libro da loro scritto, come sono tanti anche i genitori adottivi che sentono il bisogno di esprimere su carta, il loro percorso per diventare famiglia attraverso l’adozione.

La narrazione si dimostra, quindi, uno strumento utile per sviluppare nei bambini adottati una profonda consapevolezza. Per tutti i bambini gli albi illustrati sono mediatori efficaci per far conoscere l’Adozione superando stereotipi e pregiudizi.

Francesca Giuli

Educatrice

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