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27 Luglio, 2021

L’affido familiare: dubbi e pregiudizi

Elementi utili e brevi cenni in risposta ai tanti quesiti sull’affido familiare
ItaliaAdozioni
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In tanti ci scrivete per avere informazioni sull’affido familiare. Abbiamo raccolto le domande più frequenti a cui ha risposto una mamma affidataria. Per altre info scriveteci a redazione@italiaadozioni.it o leggete qui 

Vorrei fare un affido ma sono single / Vorrei fare un affido ma non sono sposata/o

Le persone singole, conviventi non sposate, possono fare qualsiasi tipo di affido, a tempo pieno, part time, di emergenza, etc. Come le coppie sposate devo fare il corso preparatorio presso i loro servizi sociali locali e avuta l’idoneità avranno il loro abbinamento.

Ho già dei figli, mi piacerebbe accogliere un altro bambino, posso?

Molti affidi familiari sono fatti in famiglie che hanno già figli, in questi casi, solitamente, si abbina un bambino più piccolo dei figli biologici.

Vorrei accogliere e offrire sostegno a qualcuno ma ho paura di non riuscire ad organizzare tutto

Ci sono tanti tipi di affido familiare, una possibilità è quella di fare un affido a tempo parziale, che permettere di accogliere un minore solo per alcuni giorni alla settimana o durante il weekend. Dal punto di vita temporale l’affido a tempo parziale è meno impegnativo, anche se non si garantisce altrettanto da un punto di vita emotivo. Accogliere qualcuno nella propria vita è sempre uno sconvolgimento, una vera e propria avventura, che però può essere progettata su misura.

Non ho un tenore di vita molto elevato, posso permettermi di prendermi cura di un bambino?

In ogni affido è previsto un rimborso spese, proporzionale al tempo trascorso insieme,  per poter rispondere alle esigenze e necessità del bambino ragazzo, che permette di potersi prendere quest’impegno senza rimetterci economicamente.

Sono preoccupato dei rapporti con la famiglia d’origine

I rapporti con la famiglia d’origine sono previsti o meno e sempre mediati dai servizi sociali.  La loro organizzazione dipende dal motivo dell’affido, se consensuale – cioè avvenuto con il consenso dei genitori naturali – o giudiziale – imposto dal Tribunale dei Minori-, a seconda del grado di difficoltà della famiglia d’origine che si sono verificate nel crescere il minore.

Sicuramente i rapporti con la famiglia naturale possono essere un aspetto faticoso, ma anche una possibilità di collaborazione positiva basata  sul comune interesse per il minore, a volte possono diventare anche amicizie personali. Solitamente, in un affido a tempo parziale è necessaria una collaborazione più attiva con la famiglia e si creano in genere più legami con tutti i membri della famiglia.

Se prendo un minore in affido, lo avrò per sempre?

E’ necessario tenere sempre presente che lo scopo di un affido è il reinserimento del bambino nella sua  famiglia d’origine, perché è considerata l’ambiente privilegiato per la crescita di un bambino, quindi un bambino, non si “ha” ma si accoglie per un certo periodo.

Detto questo le situazioni familiari possono essere molto diverse, nei casi di maltrattamenti più gravi il minore potrà essere dichiarato adottabile e in questo senso è importante sottolineare che, completamente all’opposto di qualche anno fa, la famiglia affidataria avrà una posizione privilegiata.

Quando, come auspicato, la famiglia d’origine supera i propri problemi e può riavere pienamente il bambino, la frequentazione con la famiglia affidataria deve essere ridefinita. Non è obbligatorio interrompere completamente i rapporti, la frequentazione può essere mantenuta, più sporadica e rimanere così  persone presenti nella vita del minore. Anche in questo caso i servizi sociali saranno  un aiuto per capire come procedere.

Quanto dura un affido?

Ogni affido è concordato con i servizi sociali, che in genere iniziano a fare accordi formali di breve tempo, uno o pochi mesi, per capire se l’unione fra affidatari e affidati funziona. In questo senso è necessario capire che l’affido è un percorso continuamente in divenire e la sua durata non può essere programmata.

Lo scopo è dare il tempo alla famiglia d’origine di risolvere le problematiche che si trova ad affrontare e questo tempo è molto variabile. C’è un limite di tempo teorico di 24 mesi, che comunque andrà affrontato con i servizi sociali.

I minori dati in affido arrivano sempre da situazioni familiari drammatiche?

Quando una persona pensa all’affido in genere immagina situazioni di forti carenze genitoriali se non addirittura di maltrattamenti di minori, in realtà le situazioni di difficoltà delle famiglie sono di varia natura.

Per esempio una famiglia può trovarsi in difficoltà a gestire una problematica di natura medica importante e non riuscire ad avere il tempo materiale per occuparsi pienamente di un figlio. Possono esserci problemi organizzativi per famiglie molto numerose, con un solo genitore. Possono esserci problemi lavorativi che portano i genitori ad assenze prolungate o improvvisi lutti che sconvolgono la routine. Non ci sono sempre rapporti di natura conflittuale o drammatica a monte della necessità di avviare un progetto di affido per un minore, piuttosto una costante è la mancanza di “rete” di queste famiglie, una solitudine che caratterizza sempre più la nostra società.

Anna Notari


Leggi anche: l’esperienza di affido raccontato dalla protagonista: una ragazza, ormai maggiorenne, che frequenta una coppia per un progetto di affido part time


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