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18 Agosto, 2021

Le procedure nell’adozione internazionale

Adozione internazionale: un iter impegnativo che può fortificare la motivazione
ItaliaAdozioni
insieme a favore di una migliore cultura dell'Adozione e dell'Affido

Se nella tua tesi di laurea hai trattato o intendi trattare argomenti quali adozione o affido, manda l’abstract a redazione@italiaadozioni.it. Saremo ben lieti di valorizzare la tua ricerca. e di diffonderla tra operatori e famiglie che hanno a cuore questi temi.

Le procedure nell’adozione internazionale

Quando parliamo di adozione internazionale facciamo riferimento a diversi soggetti che lavorano insieme e si attengono a procedure burocratiche per garantire la tutela del minore adottato. Nell’adozione internazionale, a differenza di quella nazionale, spetta allo Stato di origine del bambino accertare lo stato di abbandono e dichiarare l’adottabilità solo dopo aver verificato che il bambino non possa più crescere all’interno del suo paese natio. In queste realtà è molto importante che lo Stato di origine del minore accerti che la famiglia naturale sia stata pienamente informata della situazione, sia consapevole degli effetti dell’adozione e che non vi siano stati patteggiamenti, scambi economici e ricatti; lo Stato di origine è chiamato anche a informare e ascoltare il bambino in relazione alla sua età.

Le prime informazioni alla coppia che desidera adottare vengono date da un centro adozioni che si occupa esclusivamente di questa tematica (L.184/83 art.29 bis co.4). In questo primo colloquio la coppia inizierà un percorso che le consentirà di comprendere quello che implicherà la scelta adottiva e il suo significato. Per avvicinarsi al mondo adottivo la coppia è caldamente invitata a frequentare incontri di informazione-sensibilizzazione su tematiche inerenti all’adozione organizzati anche dalla CAI. Tutto questo le consentirà di acquisire nuove informazioni, dialogare e condividere questa nuova realtà con altre coppie adottive e di incontrare esperti del settore per ascoltare testimonianze e racconti di esperienze adottive.  Lo scopo di questi incontri è quello di far riflettere attentamente la coppia sul bambino dichiarato adottabile e di creare spunti di riflessione attiva attraverso il lavoro di gruppo.

Dopo aver frequentato questi incontri di informazione e sensibilizzazione la coppia potrà presentare al Tribunale per i minorenni la propria dichiarazione di disponibilità anche all’adozione internazionale. Questa dichiarazione di disponibilità mette in luce il fatto che la coppia  può esprimere la possibilità di accogliere un bambino per far sì che lui abbia una famiglia.

In questa fase del procedimento adottivi si fa riferimento all’articolo 6 della Legge 184/93:

“1. L’adozione è consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni. Tra i coniugi non deve sussistere e non deve avere avuto luogo negli ultimi tre anni separazione personale neppure di fatto.

2. I coniugi devono essere affettivamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere i minori che intendano adottare.

3. L’età degli adottanti deve superare di almeno diciotto e di non più di quarantacinque anni l’età dell’adottando.

4. Il requisito della stabilità del rapporto di cui al comma 1 può ritenersi realizzato anche quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di tre anni, nel caso in cui il tribunale per i minorenni accerti la continuità e la stabilità della convivenza, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso concreto”.

Solo in seguito a tutto questo sarà possibile presentare la domanda di adozione al Tribunale per i minorenni nel distretto in cui la coppia risiede. Questa domanda resta valida finché il Tribunale non si pronunci sull’idoneità o non idoneità della coppia e successivamente gli aspiranti genitori hanno un anno di tempo per incaricare un ente autorizzato a procede all’adozione.

Una volta ricevuta la dichiarazione di disponibilità il Tribunale incaricherà il servizio sociale di svolgere lo studio di coppia per acquisire diverse informazioni inerenti la storia personale, della coppia e della famiglia, l’ambiente sociale le motivazioni che li spingono ad adottare e il loro progetto adottivo, la capacità di prendersi cura di un figlio di diversa nazionalità ed etnia. In questa realtà è molto importante valutare la capacità dei coniugi di tollerare il pregiudizio connesso a particolari gruppi etnici e la capacità di non giudicare  colui che è etnicamente diverso; è importante accettare il bambino per come si presenta e ricordarsi della sua storia pregressa.

E’ necessario che la coppia venga informata sui rischi insiti nell’adozione internazionale come: il rischio sanitario, la possibilità che il percorso adottivo abbia una durata più lunga del previsto  e anche sull’adozione stessa. In questo momento risulta importante conoscere se la coppia sia consapevole dei costi economici dell’adozione internazionale che è indicativamente intorno ai 20.000 Euro.

Al termine di questo percorso gli operatori sono chiamati a stilare una relazione scritta che sia costituita da espressioni semplici per favorirne una traduzione lineare e corretta; la relazione si concluderà con il parere degli operatori sulla possibilità della coppia ad accogliere un bambino. Questo elaborato verrà letto e sottoscritto sia  dagli operatori sia dai coniugi e riporterà le eventuali osservazioni che sono emerse. Successivamente questo documento verrà inviato al Tribunale per i minorenni e dopo aver ricevuto questo lavoro, gli aspiranti genitori verranno convocati in Tribunale per un colloquio che fornisca ulteriori elementi a completamento della relazione.

Il Tribunale per i minorenni dopo aver esaminato tutta la documentazione deciderà con decreto sull’idoneità o la non idoneità dei coniugi a adottare. Il decreto verrà notificato alla coppia e trasmetto alla CAI, allegando anche la relazione dei servizi. Entro un anno la coppia dovrà conferire l’incarico ad un ente autorizzato.

Dalla fine dell’istruttoria all’abbinamento abbiamo l’attesa ovvero un periodo carico di aspettative, speranze e anche ansia perché la coppia attende di essere chiamata per incontrare il bambino. Purtroppo aver avuto una valutazione positiva dal Tribunale non garantisce l’adozione perché possono entrare in gioco normative estere che reputano non idonee all’adozione una coppia di coniugi ritenuti idonei dal Tribunale per i minorenni italiano a causa ad esempio di mutamenti politici e socio-economici nei paesi d’origine. Anche all’estero può succede che i giudici facciano una comparazione tra le coppie adottive italiane a quelle degli altri paesi al fine di trovare la famiglia migliore per i bambini in attesa di adozione. Dopo essere stata dichiarata idonea la coppia deve scegliere un Ente autorizzato al quale dare incarico per seguire la procedura di adozione. Questa scelta deve essere compiuta entro un anno dalla notifica del decreto che resta valido fino alla fine di tutta la durata della procedura.

In modifica della Legge 184/83, la Legge 478/98 ha previsto che accanto alla CAI vi siano altri Enti che possano seguire le procedure presso i Paesi di origine dei minori in collaborazione con omologhe organizzazioni locali che garantiscano la regolarità dell’intermediazione tra gli aspiranti genitori adottivi e il Paese straniero.

Gli interventi a favore delle famiglie adottive

Per attuare interventi a favore delle famiglie adottive occorre:

a) Supportare lo sviluppo di una nuova progettualità (su ciò che si può sviluppare all’interno di una famiglia) e non solo quello che si potrebbe riparare. In questo modo si verifica una stretta connessione tra la comunità e le famiglie intese come soggetti promotori di un tessuto di relazioni intersoggettive fondamentalmente significative nel quale si dispongono in un mutuo scambio di influenze, individui, famiglie, gruppi primari e secondari, ambiente naturale e sociale.

b) Verificare una stretta connessione tra la comunità e le famiglie intese come soggetti promotori di un tessuto di relazioni intersoggettive molto significative nel quale si dispongono in un mutuo scambio di influenze, individui, famiglie, gruppi primari e secondari, ambiente naturale e sociale.

c)  Porre l’attenzione sul potenziamento delle risorse familiari  non focalizzando  l’attenzione sulle loro mancanze.

d)  Valorizzare gli scambi tra le famiglie grazie all’approccio relazionale e all’ empowerment. E’ importante non dimenticare che le relazioni familiari sono relazioni che mettono in pericolo l’equilibrio tra risorse e sfide e per questo motivo le famiglie possono essere lette come soggetti sociali che si aprono al rischio.

In conclusione è importante che la coppia adottiva affronti l’iter come una sfida verso il futuro, con tutte le risorse che possiede e che verrà  a scoprire e soprattutto nella prospettiva di accogliere un nuovo figlio, insomma una crescita di certo per tutti e tre!

Brusa Carolina

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Laurea Magistrale in Scienze per il lavoro sociale e le politiche di welfare

Tesi di laurea “Adozioni internazionali: famiglie e servizi”

Relatore: Prof. Giovanni Giulio Valtolina

Leggi l’abstract della tesi


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