Condividi
04 Luglio, 2021

Malaria: una malattia che può spaventare…

ItaliaAdozioni propone una serie di schede utili ai genitori che adotteranno all’estero, una specie di promemoria con le varie malattie alle quali possono andare incontro i loro figli
Paola Sgaramella
Pediatra ospedaliera, con plurime esperienze di assistenza sanitaria in paesi in via di sviluppo (Sry-Lanka, Brasile, Colombia, Haiti, Mozambico, Uganda).

Nell’adozione internazionale sempre più spesso alle coppie sono proposti abbinamenti con bambini affetti da qualche patologia come, ad esempio, la malaria. Prima di decidere le coppie hanno il diritto di conoscere a cosa vanno incontro. Si tratta per lo più di patologie poco diffuse in Italia. Si consideri che in alcuni Paesi esteri chiedono in modo esplicito la disponibilità dei genitori (vedi Filippine per la labiopalatoschisi).

ItaliaAdozioni propone una serie di schede utili ai genitori che adotteranno all’estero, una specie di promemoria con le varie malattie alle quali possono andare incontro i loro figli: di che si tratta, che tipo di cure ci vogliono e quanta possibilità di recupero in concreto esistono. 

Se hai delle richieste specifiche, contattaci a redazione@italiaadozioni.it.

Cos’è la malaria?

La malaria è una malattia infettiva dovuta ad un parassita (plasmodium) che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare anopheles. La malaria è presente in gran parte dell’Africa, del sub-continente indiano, nel sud-est asiatico, in America latina ed in parte dell’America centrale. Il 40% della popolazione mondiale vive in aree in cui la malaria è endemica (si definisce endemica una malattia che è sempre presente tra la popolazione di una certa area geografica con un numero di casi sostanzialmente costante nel tempo). La malaria può presentarsi con sintomatologia variabile: nella maggior parte dei casi essa si presenta con febbre accompagnata da altri sintomi, quali brividi, mal di testa, mal di schiena, sudorazione profusa, dolori muscolari, nausea, vomito, diarrea e tosse. La diagnosi di malaria dovrebbe essere presa in considerazione per tutti i soggetti che presentino tale sintomatologia e che abbiano soggiornato in paesi in cui è presente la malaria.

Nell’immagine è rappresentata la distribuzione della malaria:

ZONA gialla: rischio molto limitato: in questa zona i rischi di contrarre la malaria sono generalmente bassi e stagionali. Non esistono rischi in molte aree (per esempio quelle urbane). Assenza di Plasmodium falciparum o di chlorichino-resistenti – Rischio di malaria da plasmodium vivax o da plasmodium falciparum clorochino sensibile.

ZONA arancione: basso rischio nella maggior parte di questa zona. La sola clorochina dà protezione contro il plasmodium vivax. Possibile presenza di clorochino resistenti. Rischio di malaria con possibile presenza di ceppi clorochino resistenti

ZONA rossa: alto rischio di malaria da plasmodium falciparum chemio-resistente, o moderato/basso rischio di malaria da plasmodium falciparum con alta diffusione di ceppi chemio-resistenti. In Africa, alto rischio nella maggior parte del continente.

Basso rischio nella maggioranza delle aree di Asia e America, ma molto alto nel bacino amazzonico.

Periodo di incubazione della malaria

Il periodo di incubazione della malaria, ovvero il tempo trascorso tra la puntura infettante e la comparsa dei sintomi clinici varia da un minimo di 7 giorni ad un massimo di 8-10 mesi a seconda del tipo di parassita che la provoca (nell’uomo la malaria viene provocata da quattro tipi diversi di parassiti: plasmodium falciparum, plasmodium vivax, plasmodium malariae ed il plasmodium ovale. Nelle zone endemiche non sono rare infezioni “miste”, cioè contemporanea presenza di plasmidi di tipi diversi).

La malaria non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto attraverso il tramite delle zanzare. Le persone colpite da malaria non curate possono essere infettanti per le zanzare che li pungono da 1 a 3 anni a seconda del tipo di plasmodium coinvolto. Le zanzare rimangono infettanti per tutta la loro vita.

Come si previene?

La malaria è scomparsa dal nostro Paese a partire dagli anni ’50, i casi di malaria attualmente registrati in Italia sono di “importazione”, sono cioè casi di malaria contratti all’estero, in zone malariche, da viaggiatori internazionali.

Il rischio di contrarre la malaria può essere minimizzato ricorrendo ad una attenta combinazione di misure di prevenzione comportamentale e di misure di prevenzione basate sull’assunzione di farmaci.

a) profilassi comportamentale

Per difendersi dalle punture si consiglia di:

  • evitare, se possibile, di uscire tra il tramonto e l’alba;
  • indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri e quelli accesi, attirano gli insetti);
  • indossare abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi;
  • applicare sulla cute esposta repellenti per insetti, ripetere l’applicazione ogni 2-3 ore;
  • alloggiare in edifici ben costruiti in quartieri moderni e che offrano garanzie da un punto di vista igienico;
  • dormire preferibilmente in stanze dotate di condizionatore, in mancanza di questo, utilizzare stanza dotate di zanzariere (verificandone la chiusura);
  • utilizzare zanzariere sopra il letto, impregnate di insetticidi a base di permetrina;
  • spruzzare insetticidi a base di piretroidi sugli abiti;
  • per i bambini piccoli porre attenzione alle inalazioni, ingestioni ed al contatto con gli occhi degli insetticidi.

b) chemioprofilassi: vademecum trattamenti farmacologici

Ad oggi non esiste un antimalarico che a dosaggi diversi da quelli impiegati per la terapia, sia in grado di prevenire l’infezione malarica nel 100% dei casi e che sia del tutto esente da effetti collaterali. Nella scelta di un appropriato regime di profilassi antimalarica vanno considerati vari fattori tra cui l’itinerario ed il tipo di viaggio (altitudine, passaggio in aree rurali o permanenza in zone esclusivamente urbane). In caso di permanenza inferiore alla settimana o in zone esclusivamente urbane può essere sufficiente la sola profilassi comportamentale.

La chemioprofilassi antimalarica va iniziata una settimana prima della partenza (nel caso di impiego di doxiciclina o di proguanil la profilassi va iniziata 1 o 2 giorni prima), continuando l’assunzione dei farmaci ai dosaggi con la periodicità prescritti, per tutta la durata del soggiorno e per non meno di quattro settimana dopo il ritorno dalla zona malarica. I farmaci antimalarici vanno assunti a stomaco pieno e con acqua abbondante. Per la scelta della chemioprofilassi è essenziale rivolgersi all’Ufficio di Igiene di zona che sarà anche in grado di dire quali altre vaccinazioni devono essere effettuate prima di recarsi nel paese prescelto.

Le donne in età fertile possono effettuare la chemioprofilassi antimalarica sia con meflochina che con doxiciclina avendo cura di evitare la gravidanza per almeno 3 mesi dal completamento del ciclo di chemioprofilassi con meflochina e per 1 settimana nel caso della doxiciclina. In caso di gravidanza non prevista, la chemioprofilassi antimalarica non va considerata di per sé una indicazione all’interruzione della gravidanza stessa.

Altri articoli su aspetti medici:


0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli