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27 Ottobre, 2020

Maternità di una figlia adottiva

La maternità di una figlia che è stata adottata porta con sé nuove domande
ItaliaAdozioni
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Il cerchio si chiude davvero con la nascita di un figlio? La maternità di una figlia che è stata adottata porta nuove domande nella storia familiare. Il pensiero va a chi ha partorito e poi ha lasciato. 

La maternità è un cerchio che chiude la mia adozione

Adesso è proprio vero, anche le persone che non mi conoscono se ne accorgono: sono incinta, in dolce attesa o in qualunque modo lo si possa dire, insomma c’è un’esserino che cresce e con lui cresco io, come donna, come compagna e mi preparo a diventare madre.
Fin da quando con mio marito abbiamo scoperto l’avventura che ci aspetta ho avuto una netta sensazione di compiutezza, come se il filo della mia vita riannodasse i suoi estremi in modo semplice e naturale, e il pensiero è volato da colei che ventinove anni fa mi ha data la vita e, poco dopo un’occasione di viverla come forse lei non aveva potuto.


Sono nata figlia due volte ed ora che sto diventando madre il cerchio si chiude e si completa, ora che posso immaginare due amori materni diversi e mi accorgo del privilegio di poterli provare entrambi; quello di dare vita ad una persona che, pur essendomi legata, diverrà altro da me e quello di poter assistere alle sue scoperte, condividere risate, lacrime, litigate e tutto ciò che fa parte dell’esistenza umana.

Capire che ogni soggetto della mia storia ha portato al dono di mio figlio

Si, ho sempre pensato che mentre per un bambino avere dei genitori dovrebbe essere un diritto, per una coppia avere un figlio (in qualsiasi forma lo si abbia) è un privilegio che non è dato a tutti e che quindi va accolto anche con questa consapevolezza. Ancora di più lo sento come un dono pensando che i miei genitori, tutti loro, hanno provato queste sensazioni in modi necessariamente diversi, e quasi mi stupisco che a me sia stato fatto il regalo di poterle provare tutte assieme.

Finalmente si sciolgono i nodi di una ricerca che per tanto tempo è stata affannosa, aggrovigliata nel desiderio urgente di pretendere risposte e attribuire responsabilità e adesso prendo consapevolezza con semplicità che non ci sono più risposte da cercare perché non ci sono colpe e i sentimenti possono essere così variegati e contrastanti, le sensazioni così labili che anche solo il tentativo di spiegarle ne sminuirebbe il valore e che solo una certezza è preziosa: tutti i miei genitori, ognuno a suo modo, hanno contribuito alla mia vita e allora questo basta per poterli ringraziare, ciascuno ha fatto ciò che poteva fare e adesso so che va bene così.

La fragilità di una donna sola mi riempie di tenerezza

Il pensiero corre alla ragazza che si è trovata sola ad affrontare insicurezze e paure che provo anche io nonostante un compagno di vita presente e amorevole, e la immagino con la fragilità impastata di forza e fierezza di qualunque donna si prepari ad un evento così travolgente per la propria esistenza, e l’unico sentimento che si fa strada è una struggente tenerezza che spazza via recriminazioni e paure, facendo spazio ad una vicinanza dal sapore dolce e speziato come la terra che mi ha vista per la prima volta.

Devi Vettori

Figlia adottiva arrivata dall’India anni fa, una grande passione per le storie e racconti di vita che sto trasformando in un lavoro sempre più concreto coltivando così la mia passione per la letteratura che mi ha fatto laureare al D.A.M.S. qualche anno fa. Crescendo mi sono tenuta vicino al mondo dell’adozione che ho affrontato in modo più strutturato durante i miei studi di antropologia culturale e di cui continuo ad osservare le mutazioni con crescente interesse.

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