
Il bambino adottato all’estero spesso è affetto da malattie infettive endemiche per il Paese d’origine.
E’ fondamentale sottoporre il bambino ad esami di screening anche in assenza di sintomi.
Per un corretto percorso diagnostico/terapeutico sono a disposizione in Italia Centri di Riferimento ove personale sanitario dedicato offrirà tutti gli accertamenti specifici in funzione del Paese di provenienza.
In particolare dovranno essere effettuati:
- Markers epatite A, B e C: le epatiti virali sono le malattie del fegato più diffuse e costituiscono un serio problema di sanità pubblica, anche se negli ultimi anni molto si è speso in termini di cura e prevenzione. Esistono vari tipi di epatite, i più comuni tuttavia sono l’epatite A, B e C.
- L’epatite A è un’infezione che nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) si trasmette per via oro-fecale in seguito ad ingestione di cibi e bevande contaminate.
Nei Paesi in via di sviluppo i bambini sono esposti a contrarre questo tipo di patologia che è caratterizzata da un’evoluzione spontanea verso la guarigione completa e nel 90% dei casi non necessita di terapie specifiche, eventualmente terapie di supporto nella fase conclamata (dieta povera di grassi, forzare idratazione, favorire il riposo, antipiretico se febbre ed antiemetici se necessari).
L’infezione ha generalmente in tempo di incubazione di 4 settimane e l’esordio è simil-influenzale (inappetenza, nausea, vomito, astenia e febbre poco elevata), successivamente compaiono sintomi connessi con l’interessamento epatico (colorazione giallastra della cute e delle sclere, prurito, urine giallo scuro).
La diagnosi si effettua mediante test ematologici molto semplici (effettuabili in Italia in qualsiasi laboratorio). La convivenza con soggetto affetto da epatite A non comporta particolari problemi, occorre però mettere in atto precauzioni igieniche volte ad evitare di trasmettere il virus (se il bambino è piccolo, lavarsi accuratamente le mani, per almeno 10”, dopo aver cambiato il pannolino; se il bambino è grandicello e provvede autonomamente alla sua igiene, fargli lavare accuratamente le mani, per almeno 10″, dopo aver usato servizi igienici, utilizzare asciugamani monouso).
Il modo più sicuro per una corretta prevenzione, oltre alle norme igieniche, è l’utilizzo del vaccino facoltativo, disponibile in Italia. Si effettua in due somministrazioni a distanza di 6 mesi, per via intramuscolare ed ha un’efficacia totale nel 94% dei casi per circa 10 anni. Non ha particolari effetti collaterali (cefalea, astenia, febbricola, malessere generalizzato, arrossamento della cute nella sede di iniezione) (epatite A).
- L’epatite B è una grave infezione del fegato che per alcune persone può diventare cronica. La trasmissione del virus avviene attraverso il sangue o attraverso i rapporti sessuali non protetti. I sintomi compaiono circa 2-3 mesi dopo aver contratto l’infezione e possono variare da lievi a gravi (astenia, facile affaticabilità, nausea, vomito, dolori addominali e pigmentazione giallastra della cute e delle sclere).
La diagnosi è semplice e prevede test di funzionalità epatica ed esami specifici volti a stabilire se l’infezione è in fase acuta (e quindi potenzialmente in grado di trasmettere l’infezione) e possono essere fatti in laboratori specifici. La convivenza con soggetto affetto da epatite A non comporta particolari problemi, occorre però mettere in atto precauzioni volte ad evitare di trasmettere il virus, in particolare occorrerà prestare attenzione tutte le volte che il bambino infetto presenterà lesioni della cute che comportano fuoriuscita di sangue, in tal caso occorrerà medicare la ferita utilizzando idonei mezzi di barriera (guanti).
In Italia dal 1990 è obbligatoria la vaccinazione che prevede la somministrazione di 3 dosi per via intramuscolare a distanza di 6 mesi l’una dall’altra, può essere fatta a tutti i bambini dai 3 mesi in poi (epatite B). - L’Epatite C è sostenuta da un virus del quale sono stati identificati 6 diversi genotipi ed oltre 90 sub-tipi ed ancora non è chiaro se ci siano differenze nel decorso della malattia per i diversi genotipi. In oltre i 2/3 dei casi la malattia decorre in maniera asintomatica, i sintomi, quando presenti, sono aspecifici (dolori muscolari, nausea, vomito, febbre, dolori addominali ed ittero). In una elevatissima percentuale dei casi (oltre l’85%) l’infezione acuta, diventa cronica. Il contagio avviene tramite sangue, ad oggi non esiste un vaccino contro l’epatite C. E’ particolarmente frequente in paesi quali l’Ucraina, Russia e Cina e visto i costi elevati del test, molto raramente viene eseguita prima dell’adozione (epatite C).
- L’epatite A è un’infezione che nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) si trasmette per via oro-fecale in seguito ad ingestione di cibi e bevande contaminate.
- VDRL/TPHA: non rara nei paesi dell’ex URSS e dell’Est Europa. I figli di madre con sifilide se trattati nei paesi d’origine spesso lo sono a dosaggi e per periodi di tempo non corretti
- Anticorpi anti HIV1-2: rappresenta attualmente una patologia rara nel bambino adottato in quanto nei Paesi d’origine sono presenti test sierologici di screening attendibili. E’ consigliabile comunque la ripetizione del test all’arrivo in Italia.
- Esame parassitologico feci (su 3 campioni non consecutivi) per ricerca di Elminti, Protozoi e Spirochete è necessario l’invio in laboratori specializzati per analisi parassitologiche e malattie tropicali.
- Mantoux: va considerato positivo un infiltrato superiore a 10mm, in caso di esame positivo è necessario eseguire radiografia del torace (tubercolosi).
In particolari situazioni potrà essere necessario effettuare esami di II livello quali:
- Ricerca di anticorpi anti cisticerco in caso di sintomi gastrointestinali sospetti soprattutto nei bambini provenienti da America Latina, Africa ed Asia.
- Ricerca anticorpi e toxocara canis in caso di sintomi gastrointestinali sospetti soprattutto nei bambini provenienti da Est-Europa, America Latina, Africa ed Asia.
Altre pagine e articoli su aspetti medici:
0 commenti