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06 Luglio, 2021

Raccontare l’adozione a scuola con la tesina di terza media

Il desiderio di raccontare la propria storia di adozione alla classe in un momento significativo come l'esame di terza media.
Simona Schenone
Docente di scuola secondaria e referente per l’adozione

Tanti volti passano davanti agli insegnanti, per me trent’anni di sguardi e sorrisi, ma c’è sempre qualcuno che rimane di più, nella memoria e nel cuore, soprattutto quando, nonostante la sempre più giovane età (perché tu invecchi piano piano) ti stupisce nel profondo, ti mette di fronte alla sua innocenza e alla sua bellezza.

Questo mi è successo con Sergiy, quando mi ha chiesto, con dolcezza ma determinazione, se poteva fare la sua “tesina” di terza media sull’adozione, sulla sua storia, sul suo cuore. Come dirgli di no? Come non accompagnarlo in questa meravigliosa scoperta di se stesso? Come non commuoversi di fronte alla precocità della sua scelta di condividere con altri quanto ha vissuto? La ricchezza che ci ha dato è stata una pietra miliare nella storia dei suoi compagni e di tutti noi adulti che abbiamo avuto l’onore e il piacere di ascoltarlo… Spero sia così anche per voi che leggerete queste parole.

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Che cosa significa adozione per me

ADOZIONE… una parola che per me ha un significato particolare. L’adozione ti fa precipitare dentro una storia già cominciata (con la nascita) e che continua purtroppo con un abbandono, una mancanza, che non abbiamo scelto ma che ci siamo trovati a vivere e che necessita di essere colmata.

E’ indispensabile che il figlio adottivo sia in grado di integrare il suo passato con il suo presente, “unendo” i puntini della sua vita, i vari tasselli del puzzle, in modo da trovare le risposte alle tante domande sulla sua storia.

Qui di seguito ho cercato di spiegare il suo significato, cominciando dalla sua storia, dalla Legge Italiana e Internazionale che la regolano. Ho poi cercato di raccontare di molte delle persone piccole, grandi, invisibili, che fanno parte di questo “MONDO” e che, come me, sono partiti con dei grandi sogni e sono riusciti a realizzarli, grazie alla nuova famiglia, che ci ha permesso di esprimere le nostre potenzialità, il nostro talento, vedi Ruslan Adriano Cristofori nello sport, come la virtuosità nella musica di Louis Armstrong e come il “grande genio”, per me “guru” di riferimento, Steve Jobs, il quale, seguendo sempre il suo istinto e la sua follia, ha superato il suo passato doloroso grazie alla sua incrollabile autostima. Non dimentichiamo Nelson Mandela, leader della lotta per i diritti civili e simbolo contro l’apartheid in Sudafrica, a cui ha dedicato tutta la vita. E come non parlare di Mosè, uno dei primi adottati della storia, che ha saputo interpretare il volere di Dio, insegnando al suo popolo la fedeltà e l’obbedienza e conducendolo alla Terra Promessa.

Sono sempre stato convinto che i genitori non sono solo quelli che “ti mettono al mondo”, ma quelli che “ti crescono e formano” e quindi non si tratta solo di una questione di DNA, ma di qualcosa di più profondo. Questo l’ho riscontrato anche sullo studio fatto sui gemelli adottati e cresciuti in famiglia diverse, dove ognuno di loro “assorbiva” l’ambiente in cui veniva cresciuto e le abitudini delle persone che facevano parte della sua famiglia adottiva. Inoltre, le nuove tecnologie hanno permesso a tanti giovani adottati di mettersi in contatto con la propria famiglia di origine.

Come Steve Jobs, adottato famoso

L’idea di parlare di adozione mi è venuta durante l’anno scolastico, quando con la professoressa di Italiano abbiamo parlato di Steve Jobs. Ho sentito il suo discorso ai laureandi di Standford e mi sono commosso, ho provato una emozione grande, nelle sue parole risentivo quelli che erano anche i miei pensieri, il fatto di essere “affamato e folle” di tutto ciò che ancora non so; la volontà di integrare il passato ed il presente, di “unire i puntini”, trovando magari le risposte alle molte domande sulla nostra storia. Ho deciso che questo sarebbe stato il mio “Cavallo di battaglia” e infatti la preparazione della tesina mi ha entusiasmato, ero soddisfatto di quello che preparavo, felice di raccontare questa meravigliosa avventura e… orgoglioso di me.

Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto la mia famiglia, che mi ha permesso di “nascere” una seconda volta e mi sostiene sempre con amore e anche le persone che hanno apprezzato questo progetto e mi hanno incoraggiato a proseguire e infine reso possibile questa pubblicazione.

Spero possa essere di aiuto ad altri ragazzi adottati, perché, attraverso le varie storie narrate, possano uscire dalle loro paure e trovino il coraggio di seguire i loro sogni. Chissà, magari in qualcuno di noi c’è un nuovo Steve Jobs, oppure un Ruslan Adriano Cristofori, o ancora un Louis Armstrong. Una delle prime cose che mi hanno insegnato i miei genitori è: “Crederci sempre, arrendersi mai”.

Sergiy De Noni

Per chi volesse approfondire alcuni degli spunti offerti dal lavoro di tesina di Sergiy consigliamo la lettura del libro Adottato anche tu? Allora siamo in due!…o forse più!, S. Negri e S. Petoletti, Ancora, 2016   


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