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24 Febbraio, 2023

Report del convegno

Capire i giovani, le loro esigenze, è fondamentale per tutti noi. Genitori, docenti, istituzioni e scuola, devono imparare ad ascoltare e comunicare con loro, per poter continuare a rappresentare quelle radici fondamentali e imprescindibili alla costruzione delle loro ali.
ItaliaAdozioni
insieme a favore di una migliore cultura dell'Adozione e dell'Affido

>> Scarica il report del CONVEGNO <<

Il diritto di avere speranza nel futuro

“Se stiamo male non è colpa nostra”, Arturo, 21 anni

“So solo che è un anno e mezzo che ho il reparto pieno di ragazzi che vogliono morire”, Prof. Albizzati, neuropsichiatra

“Insieme abbiamo pianto e siamo scesi nel buio e da lì, dopo aver toccato il fondo, insieme siamo risaliti verso la luce”. Maria Cristina, 27 anni.

“Vogliono farci credere che non possiamo farci nulla”, Arturo, 21 anni

 “La scuola, il posto in cui trascorriamo moltissimo del nostro tempo, non si preoccupa abbastanza della salute mentale degli studenti”, Aurora, 21 anni

 “L’incertezza del futuro è un tema che ci assilla, noi non sappiamo se troveremo un lavoro, se potremo permetterci la casa, i figli, non sappiamo nemmeno se il mondo come lo conosciamo ci sarà ancora fra cinquant’anni, vista la crisi ecologica ed economica”. Arturo, 21 anni.

Parole che toccano nel profondo, estrapolate dagli interventi che abbiamo ascoltato al Convegno “I giovani e la speranza nel futuro. Dal malessere alle esperienze positive”, che ha avuto luogo all’Università Cattolica di Milano, il 26 novembre scorso.

Ragazzi provenienti da tutta Italia si sono incontrati e hanno raccontato agli studenti e agli adulti presenti di spettacoli contro il bullismo, di dolore, di resilienza, di storie impresse sulla pelle tramite tatuaggi e di web radio come forma espressiva giovanile, impegnandosi tutti insieme a trovare la speranza. Oltre a preoccupazione e dolore, sono emerse anche speranza e voglia di confronto. “Tutto può essere una risorsa, per crescere, per migliorarsi, per diventare forti, per risolvere un problema e per cercare qualcosa di bello” Alice, 16 anni , e ancora, “non dobbiamo considerare il dolore come il cattivo della storia. Anzi, il dolore può essere una guida, ci sta comunicando che c’è qualcosa che non va” Dr.ssa Sellitto, neuropsichiatra infantile, e infine ognuno ha la sua utilità, la sua storia e può far qualcosa di grande Arnold, 22 anni.

La ricchezza e la profondità della condivisione e del confronto che abbiamo vissuto, dovevano essere messi a disposizione di chiunque: in alto, in questa pagina, trovate il report del convegno, sia nella sua totalità, che diviso in base agli interventi.

Crescere è sempre stato un cammino difficile da percorrere e anche se ogni generazione di adulti è sempre convinta di avere a che fare con giovani “diversi” o “stravaganti”, perché questo è il gioco delle parti, comprendere le difficoltà delle nuove generazioni non è semplice, anche a causa di una Pandemia che ha stravolto equilibri, stoppato il presente e reso incerto il futuro. Quello che serve, per poter supportare i giovani, è ascoltarli. 

ItaliaAdozioni, associazione che si occupa di diffondere la cultura dell’adozione e dell’affido nella società, ha scelto di aprirsi alle future generazioni, organizzando un convegno che potesse dar loro voce, a trecentosessanta gradi, per comprendere a fondo le loro necessità e di riflesso quelle dei figli adottati e affidati e , per sentire dalla loro voce cosa si aspettano dal futuro, dalla scuola, dalla politica e di cosa davvero sentono il bisogno per non sentirsi “persi”, nei momenti di difficoltà.

Un quadro straordinariamente utile quello emerso dal convegno “I giovani e la speranza nel futuro. Dal malessere alle esperienze positive”, dove giovani e professionisti si sono confrontati sul difficile tema della crescita e del futuro, con particolare attenzione al mondo della scuola. Bisogni, paure, desideri, necessità pratiche ed emotive, sono quanto emerso come un fiume in piena da questo incontro,

Capire i giovani, le loro esigenze, è fondamentale per tutti noi. Genitori, docenti, istituzioni e scuola, devono imparare ad ascoltare e comunicare con loro, per poter continuare a rappresentare quelle radici fondamentali e imprescindibili alla costruzione delle loro ali.

Valentina Rigano

I ragazzi hanno dichiarato, che spesso sono in difficoltà e che la scuola, i social, la famiglia concorrono a generare situazioni di malessere: purtroppo, in un caso su 4 di questo non parlano con nessuno. Abbiamo, quindi, preparato una mappa dei centri di sostegno psicologico, sperando di fornire ai ragazzi (di Milano e Provincia), un primo orientamento in caso di bisogno.

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