
La memoria del corpo
Un neonato abbandonato ha solo ricordi corporali. La memoria del corpo è infallibile e, poiché non ha parole, sembra incancellabile: nessuno può convincere il proprio corpo a ricordare qualcos’altro, nessuno può razionalizzare la nostalgia del corpo. Il corpo di un neonato ricorda quello che la coscienza non ricorda.
Probabilmente, il senso di inadeguatezza – che a volte può avvelenarsi e diventare rancore – di alcuni genitori adottivi si fonda sulla coscienza di questo incancellabile dato biologico.
I genitori adottivi, per forza di cose, arrivano sempre dopo corpi con i quali il legame è stato viscerale. I genitori adottivi devono trasformare in un patto di sangue il legame di un abbraccio.
Miracolo umano
1. Il riconoscimento
Perché il corpo impara, impara soprattutto a riconoscere il bene. Al principio può esserci conflitto tra la memoria istintiva e quella appresa, addirittura rifiuto. Per paura o senso del tradimento di un legame antecedente e primario, si può rifiutare la carezza di una mano che non è quella conosciuta.
Ma abitudine e pazienza compiono il miracolo umano di riscrivere la memoria del corpo, insegnano nuovi codici, nuovi sguardi si sovrappongono agli sguardi già noti. Occhi azzurri, occhi neri, voci nuove e profonde, voci acute, odori e profumi diventano abitudine. Dall’abitudine nasce la fiducia.
2. La fiducia
Un bambino abbandonato ha bisogno di prove. Ha bisogno di mettere alla prova e ha bisogno di prove quotidiane della continuità della presenza. Chi è stato abbandonato una volta, deve fidarsi che non lo sarà ancora. A queste profondità, le parole servono a poco. Quello degli abbandonati è un apprendimento basato sui fatti, su una quotidianità che si ripete, come il suono di un’onda marina che torna e torna. Il genitore adottivo torna, come il suono di un’onda che alla fine ci fa addormentare in una pace antica, che sale dalla memoria biologica e alla quale diamo il nome di gioia. Allenta la tensione, sei al sicuro dentro le sue braccia, puoi dormire. Per gli abbandonati, l’amore è la prima gioia mai provata.
Sovrascrivere
I genitori adottivi riscrivono il corpo dell’abbandonato, lo riprogrammano con dedizione, sovrascrivono l’esperienza dell’amore sull’esperienza dell’abbandono, scrivono la parola amore sulla parola abbandono.
Non è difficile: questa riscrittura corporea, cellulare, avviene in maniera completamente naturale. L’amore, soprattutto l’amore di un bambino, si fonda sulla realtà, sull’esperienza della vicinanza, e diventa un amore grato e incrollabile e così prodigioso da cancellare la memoria fisica del lutto che convenzionalmente chiamiamo abbandono.
Così è stato per me, così vi auguro.
Maria Grazia Calandrone
Maria Grazia Calandrone “Splendi come vita” – Ponte alle Grazie
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