
Tanti sono gli interrogativi, i dubbi, quando nelle nostre classi accogliamo un bambino adottato, soprattutto se non si ha potuto seguire una formazione specifica o nel proprio istituto non è stata individuata la figura del docente referente per l’adozione.
Quale bagaglio porta con sé un alunno adottato che varca la porta della nostra classe?
Sicuramente c’è un vissuto di abbandono cioè un’esperienza di perdita sempre negativa alla quale talvolta si sommano esperienze sfavorevoli o possibili danni biologici.
Un altro aspetto che deve essere attentamente considerato, soprattutto nell’adozione internazionale, è quello relativo al gran numero di cambiamenti che il bambino adottato deve affrontare:
- Nuovo contesto relazionale (lingua, cultura..).
- Nuove abitudini e stile di vita.
- Nuovi amici e compagni.
- Nuova alimentazione.
- Nuovo paesaggio.
- Nuovo clima…
Un altro aspetto non trascurabile è senza dubbio quello delle risorse, i punti di forza che ogni bambino possiede (resilienza, capacità cognitive, capacità relazionali…). Tali risorse si scoprono e si svelano nell’incontro quotidiano con il nostro alunno: basta avere uno sguardo attento e la voglia d’incontrare “l’altro che mi sta di fronte”.
Come il bambino adottivo vive l’inserimento a scuola?
Portatore di molte peculiarità potrà facilmente porsi domande nel corso della propria vita scolastica:
- Ho una storia particolare, non sono nato dalla pancia della mamma, sono stato lasciato: cosa significa?
- Vengo da un altro Paese, sono somaticamente diverso: chi sono, qual è la mia identità?
- A volte ho difficoltà nell’apprendimento: è colpa mia? E’ perché ho una storia particolare?
Davanti a questi interrogativi profondi occorre che la scuola con i suoi insegnanti ed educatori si ponga curando in modo particolare l’inserimento, i temi connessi all’adozione e le eventuali difficoltà di comportamento/apprendimento.
Se consideriamo le domande che si pone il bambino adottato e l’enormità dell’impegno, cognitivo ed emotivo, comprendiamo l’utilità di alcuni accorgimenti come quello di attuare l’inserimento dopo circa sei mesi dall’arrivo del bambino in famiglia, procedere con un inserimento graduale, valutare la classe in cui inserirlo, curare la conoscenza e lo scambio di informazione tra scuola e famiglia.
Gli strumenti per i docenti
Esistono numerosi strumenti che possono aiutare i docenti nel lavoro quotidiano (schede operative, libri con approfondimenti). L’insegnante non deve dimenticare di declinare i contenuti e la metodologia alle caratteristiche psicologiche e cognitive del proprio gruppo classe e nel rispetto della storia di vita e delle specificità di ciascun bambino.
Laura Ghezzi, insegnante di scuola primaria
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