
Buongiorno Mondo!
Mmmhhh… cosa succede? C’è tanta luce oggi. Le signore che stanno parlando dicono che fuori c’è molto caldo. Ma cosa sarà “fuori”?
Una delle due signore mi prende in braccio (finalmente, ho le gambette anchilosate!) e mi cambia il pannolino; è sempre una bella sensazione. Non ci sono bimbi accanto a me in questa stanza, ma sento piangere dalla stanza a fianco. Pensavo che nei nidi degli ospedali ci fossero tanti bimbi appena nati, e forse è cosi nell’altra stanza, ma io ormai sono grande, ho 17 giorni e nessuno che mi viene a vedere dal vetro o a trovarmi. Quindi mi hanno messo nel nido dei prematuri (che non ho ben capito cosa voglia dire in ogni caso qui non c’è nessuno con cui scambiare due versetti), e dove nessuno può entrare se non queste signore vestite di bianco. Sempre braccia diverse che mi tirano su.
Prima ero in un posticino caldo e sicuro, poi tutto è cambiato, e ora ho questo lettino, ma sono sempre sola. A volte anche se piango non viene nessuno. Le signore vestite di bianco spesso sono dagli altri bambini e dalle signore che hanno vicino al lettino. Mi hanno detto che si chiamano “mamme”. Forse si tratta di infermiere personali. Fortunati quei bimbi. L’altra sera c’era una di quelle “mamme” che cantava una dolce melodia e… sapete una cosa? Mi sono addormentata anche io. Mi piacerebbe che qualcuno cantasse per me una ninna nanna.
Pensavo bisognasse solo piangere più forte per farne arrivare una, ma ho imparato che non funziona in questo modo, cosi ora non piango più: tanto possono piangere solo i bimbi che hanno una di quelle mamme vicino.
La signora vestita di bianco che mi ha cambiato il pannolino mi ha messo anche un vestito pulito. Cioè un vestito… mi sta mettendo una tutina azzurra. Ora dico… nell’altra stanza alle femmine mettono i vestitini rosa, perché io azzurra? Così mi scambieranno per un maschio!
L’altro giorno una “mamma” ha messo un vestitino rosa ad una bimba e poi l’ha messa dentro un mezzo a 4 ruote e l’ha portata fuori per non ritornare più qui. Credo siano andate a… come si chiama? “ah: casa!”.
Vabbè… non indago. Vorrei solo dormire ancora un po’.
MMhhh … cosa? La signora vestita di bianco mi sta dicendo che oggi è una giornata speciale per me.
Forse arriverà qualche bimbo come me senza una signora accanto al lettino.
Cosa cosa? Ha detto mamma e papà?
Vuoi dire quelli che ti mettono il ciuccio quando cade e che ti prendono in braccio quando hai voglia di un giretto e ti danno il latte quando hai fame o che arrivano da te prima ancora che io tu ti metta ad urlare per attirare l’attenzione?
Vuoi dire?
Ma cosa succede? Il letto si muove? E ora dove andiamo?
Guarda guarda, una stanza dove non sono mai stata: c’è quella signora vestita di bianco di prima che sta parlando con due persone nuove e mi stanno guardano come se fossi l’unica bambina sulla terra. Quel signore ha anche le lacrime agli occhi.
Ciuccio un po’ più forte il mio ciuccio. Ho voglia di dorm… ehi! La signora non vestita di bianco mi sta prendendo in braccio. Ha un odore nuovo.
Mi sta dicendo qualcosa…
“Ciao piccolina, io sono la tua mamma, e tu sei la mia bimba. Ho aspettato tanto questo giorno e ora, finalmente, eccoci insieme. Perdonami se mi sono fatta viva solo ora, se ti ho trovato solo ora, se non sono stata capace di portarti nella mia pancia. Ma finalmente siamo l’una nelle braccia dell’altra. Hai un profumo buonissimo e… senti? questa sono io, piano piano imparerai a riconoscermi anche dall’odore: sono la tua mamma!
Da qualche parte era già scritto che noi saremmo state madre e figlia, e indipendentemente dalle strade che abbiamo percorso, ora eccoci qui ad iniziare la nostra vita insieme.
Salirai sul carrello per fare la spesa insieme, farai tante gite in montagna in spalletta al tuo papà, faremo torri di mattoncini e castelli di sabbia insieme, per poi buttarli giù e rimontarli. Balleremo su una musica lenta e canteremo una canzone a cui avremo alzato il volume in macchina. Verrai nel lettone la domenica mattina e vestiremo e svestiremo le bambole a cui prepareremo improbabili manicaretti. Impasteremo pizza da imbiancare la cucina e biscotti da far assaggiare a tutto il vicinato! Ti aspetterò in fondo allo scivolo e scatteremo un miliardo di foto per non dimenticare nessun momento, perché sono la tua mamma, e quell’omone grande che sta già piangendo di felicità è il tuo papà, e da oggi, per ogni giorno che verrà, rimarremo sempre insieme!”
Uh grazie gentile signora che non sei vestita di bianco, non ho capito niente di quello che hai detto, ma finalmente il biberon col latte, era proprio quello che ci voleva!
Ehi un momento… hai detto mamma? Tu sei la mia mamma? Una mamma tutta per me? Una di quelle signore vicino al letto? Sei tu che mi prenderai in braccio e mi coccolerai? Che mi riempirai di baci e carezze?
Che mi darai la buonanotte e mi starai vicino se farò dei brutti sogni?
Continua a parlare, mamma. La tua voce comincia a piacermi e anche il tuo odore, anche se è nuovo. Stare in braccio a te mi piace, e la tua voce è molto dolce. Oh si, cullami ancora un pochino. E si, ancora qualche bacino, grazie, proprio qui!
Si, mamma ti perdono di essere arrivata così tardi, di non essere stata qui quando mi è caduto il ciuccio, a cantarmi la ninna nanna o quando volevo ancora latte. Dici che ora posso piangere anche io? Mi prometti che tu arriverai?
E ora si, puoi provare a farmi il bagnetto, ehi.. mi fai il solletico, si vede che sei un po’ inesperta, però grazie per avermi portato il vestitino rosa, sono già molto più a mio agio e non mi scambieranno più per un maschietto.
E anche a quella faccia buffa che si chiama papà. Belli quei cosi sul naso. Posso prenderli?
Ehi, laggiù c’è posteggiato un mezzo a 4 ruote!
Uhm, mamma, mi racconti ancora cos’è una “casa”?
Dedicata alla mia bimba, e a tutti i bimbi che in ospedale hanno fatto un volo d’amore da una pancia, alle braccia della loro “mamma per sempre”.
E’ per te che sono verdi gli alberi
e rosa i fiocchi in maternità
è per te che il sole brucia a luglio
è per te tutta questa città
(Per te – Jovanotti)
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