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10 Settembre, 2023

Sindrome feto-alcolica e adozioni internazionali

L’esposizione prenatale all’alcool è particolarmente diffusa nei bambini adottati dall'Est Europa. Conoscere la FAS è importante.
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Alcol e danni correlati.

Il consumo di alcool genera sempre degli effetti sul Sistema Nervoso Centrale, sia negli adulti che negli adolescenti; nel feto, in particolar modo, dove non sono presenti enzimi in grado di metabolizzare l’alcool, questo si accumula nel sistema nervoso ed in altri organi.

I  danni correlati all’alcool possono manifestarsi già a partire dalla fase embrionale ed è per questo che le linee guida cliniche nella maggioranza dei paesi del Mondo consigliano di non bere già dal momento in cui si decide di avere un figlio. I disordini feto-alcolici sono infatti prevenibili al 100%, se si evita l’alcol in gravidanza.

E’ importante ricordare anche che l’azione nociva dell’alcol non è legata alla dose, poiché in realtà anche minime quantità possono danneggiare l’embrione.

Caratteristiche della Sindrome feto-alcolica (FAS).

Il consumo di alcool già nella vita fetale può comportare una vasta gamma di danni come aborti spontanei, natimortalità, sindrome della morte improvvisa in culla, parto pretermine, malformazioni congenite, basso peso alla nascita, ritardo di sviluppo intrauterino e il caratteristico “spettro dei disordini fetoalcolici” (Fetal Alcohol Spectrum Disorder – FASD) fino alle manifestazioni più gravi della Sindrome feto-alcolica (Fetal Acohol syndrome – FAS).

I bambini che manifestano la Sindrome Feto Alcolica hanno delle peculiarità fisiche specifiche soprattutto al volto ed al cranio. Presentano infatti pieghe agli angoli degli occhi, fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile, solco naso – labiale allungato e piatto, fronte lunga e stretta, malformazioni mascellari e mandibolari. Gli occhi sono particolarmente sensibili all’alcool durante lo sviluppo e c’è un difetto nello sviluppo del nervo ottico, associato a ridotte capacità visive.

Anche il sistema scheletrico subisce delle anomalie con un ritardo rilevante nell’età ossea che non è correggibile durante l’adolescenza. Il peso corporeo e la circonferenza cranica sono ridotti e quest’ultima può essere presente in gradi variabili di microcefalia (riduzione delle dimensioni dell’encefalo). Infine, possono essere presenti anche anomalie cardiache soprattutto con difetti interventricolari.

Disturbi psicologici e neurologici.

Nei casi in cui l’esposizione all’alcool sia superiore ad un bicchiere di vino a pasto, si possono avere gravi danni neurologici e psicologici.

Nei primi periodi di vita possono presentarsi disturbi del sonno e un riflesso della suzione ridotto, che hanno un effetto negativo sulla già ritardata crescita alla nascita.

Nella prima infanzia possono presentare già all’asilo un ritardo mentale che si manifesta con una minore partecipazione al gioco e questo ritardo si evidenzia durante la scolarizzazione con un quoziente intellettivo inferiore allo standard.

I bambini possono mostrare disturbi dell’attenzione e della memoria associati spesso ad iperattività ed impulsività. Inoltre, il ridotto volume del cervelletto comporta una scarsa coordinazione e disturbi della motricità fine.

Se sono presenti anche disturbi dell’udito, sono spesso associate anche alterazioni dell’eloquio.

I soggetti con una sindrome feto alcolica conclamata possono presentare segni e sintomi di disabilità cognitiva con disturbi del comportamento, dell’attenzione, delle funzioni esecutive e di memoria. Possono presentare deficit di pensiero astratto, di organizzazione, di pianificazione, di apprendimento, difficoltà nel ricordare sequenze di eventi, nel collegare relazioni di causa effetto, abilità sociali e consapevolezza. Infine, non riescono a gestire le emozioni ed i comportamenti sociali.

Le indicazioni delle istituzioni pubbliche italiane.

Il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e la Società Italiana di Alcologia promuovono l’incremento della consapevolezza nelle donne incinte o che stanno programmando una gravidanza.  

Cristina Zacchè

medico pediatra

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