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18 Agosto, 2021

Storie di mamme adottive. Sara, mia figlia, diventa mamma

Due donne, rispettivamente mamma e figlia, raccontano la loro emozionante esperienza di nascita e maternità.
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Diventare mamma è un’esperienza emozionante: Sara sta diventando mamma e Anna, la mamma di Sara, assiste al parto della figlia e alla nascita del nipote. Un momento emozionante descritto da due punti di vista diversi. 

Sara, una figlia, diventa mamma

Undici aprile, ore venti e dodici, in questo preciso istante la mia vita è cambiata: è nato mio figlio Mattia. Sono trascorsi nove mesi, eppure ricordo quel momento come se fosse stato ieri… ho aspettato ventotto anni per realizzare il mio sogno più grande e finalmente in quel preciso istante si è avverato. Da sempre mi sono chiesta che viso potesse avere, ben prima di scoprire di aspettarlo. Me lo sono immaginato un sacco di volte, in alcuni casi mulatto come me, in altri biondo come il suo papà, ma da quando me l’hanno appoggiato sulla pancia è come se lo avessi conosciuto da sempre, il mio piccolo principe Bahiano-Piemontese! Le emozioni di quel momento sono state grandissime, indelebili e praticamente tutte concentrate sul mio bimbo, ma un’emozione speciale e indimenticabile è legata anche alla mia mamma.

Grazie all’ostetrica che mi ha assistito durante il parto, casualmente bahiana come me, la mia mamma è potuta entrare in sala parto ed è stata la seconda persona, dopo mio marito, a vedere il mio bambino. È stata un’emozione grandissima averla vicino a me a condividere il momento più bello e importante della mia vita.
È entrata, mi ha guardata con gli occhi lucidi e mi ha detto: – Ciao Saretta – quello sguardo è valso più di ventotto anni di parole: in quello sguardo ho visto una grande donna che ha lottato ardentemente per diventare mamma e si è battuta contro l’ignoranza di tante persone, una grande donna che ha sacrificato la sua vita per sua figlia, una grande donna che ad un certo punto della sua vita non credeva di poter diventare mamma e in quel momento diventava nonna… Grazie mamma, spero di essere anche solo in minima parte quello che sei stata e sei tutt’ora tu per me, per il mio bambino. Grazie, perché un’emozione così grande potevo provarla solo con una persona così importante per me: Tu che sei e sarai per sempre la mia unica e vera mamma.

Anna, mamma di Sara e nonna di Mattia 

Undici aprile, Sara entra all’ospedale S.Anna di Torino verso le 7,30. Successivamente siamo avvisati in tal senso da Gianni, ma per la verità siamo già in trepidante attesa della notizia. Verso le 16 Gianni ci chiede di andare là pure noi, perché manca poco e di portare dei biscotti e dell’acqua minerale, per cui ci rechiamo in ospedale con il richiesto. Raggiungiamo il posto e dopo aver visto e salutato nostro genero, ci accomodiamo in sala d’attesa. Il via vai della gente, parenti e conoscenti delle altre partorienti è scarso. Sara è in sala travaglio.
Una giovane signora pugliese viene portata con  una certa urgenza in sala parto per un cesareo. Alle 20,15 con indosso il camice verde sterile e le soprascarpe, compare Gianni che ci comunica che è nato Mattia! E’ evidentemente e giustamente euforico ed emozionato. E’ nato il suo primogenito ed egli ha assistito al parto! Da parte nostra cominciano i vari messaggi di  comunicazione ad amici e parenti e arrivano le prime risposte di congratulazioni ed auguri. Dopo alcuni minuti transita dal corridoio la bambina che è nata col cesareo ed è attorniata dal nugolo di parenti.

Io chiedo all’infermiera che la accompagna se anche Mattia passerà di lì e la risposta è affermativa.
Quell’infermiera, molto gentile e simpatica, manco a farlo apposta, è brasiliana di Salvador Bahia, la città dove è nata Sara e non si capacita di come mai lei non risponda in portoghese alle domande che le rivolge. Quando le dico che non sono la mamma di Gianni, nonostante il suo colore, bensì di Sara, lei lo invita a uscire e con uno strappo alla regola, mi fa entrare al suo posto, debitamente camiciata e soprascarpata.
E così vedo il mio nipotino! Inutile dire che è un bel bambino, assolutamente chiaro, con i capelli lisci e scuri, e pesa 3,5 Kg.
E’ un’emozione fortissima, e rivedo me 29 anni fa che precedo di un passo mio marito Gian Carlo a Salvador Bahia, in quella camera dell’alloggio di Rua Princesa Isabela 86/701, alle 6 del mattino, dopo 11 ore e passa di volo, e conosciamo la nostra bambina Sara, che abbiamo tanto desiderato e voluto. E’ una bellissima bambina, niente affatto scura, con la pelle un po’ ambrata dai capelli color del bronzo e con due grandi occhi da cerbiatto spaurito che guardano verso un punto imprecisato della camera all’incrocio tra le pareti e il soffitto. Ha circa due mesi e pesa 2,6 Kg.

Io all’epoca non ho avuto la stessa esperienza personale di Sara, ma la gravidanza mentale, morale e psichica vissuta da me e Gian Carlo è stata comunque altrettanto impegnativa e sentita. Il parto di Mattia si è svolto in modo assolutamente normale e spontaneo ed è andato tutto magnificamente bene. Anche questa volta la Provvidenza ci ha aiutati e speriamo che continui a farlo per poterci godere ancora per molti anni questa creatura, venuta al mondo voluta e pensata per portare immensa gioia a tutti noi e un po’ anche per merito nostro.


Su maternità e figli adottivi adulti leggi anche Gravidanza e domande sulle origini e il punto di vista di Jaya nell’articolo L’incontro tra origini biologiche, adottive e culturali

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